Molto apprezzabile e significativa è l’iniziativa posta in essere dal Consorzio dei servizi sociali A5 di Atripalda relativa al bando “mamme di giorno” che prevede la selezione di sei mamme formate per ospitare in casa ed in spazi attrezzate, un massimo di tre bambini da 0 a 3 anni, allorquando i genitori non possono prendersene cura, per poche ore. Questa figura di grande risorsa sociale, rappresenta una realtà diffusa e consolidata con successo in molti paesi del nord Europa, soprattutto di tipica derivazione contadina tedesca, infatti, le donne dedite al lavoro dei campi, affidavano i bambini ad una di loro affinchè li accudisse in casa propria in cambio di uova, grano e latte. In Italia, la “mamma di giorno” esiste da tempo solo in Trentino-Alto Adige ma molto spesso, viene confusa e fatta coincidere con la figura della baby sitter, anche se così non è! Essa e ivi considerata una figura professionale riconosciuta istituzionalmente, e molto spesso è individuata in una donna con o senza figli, che necessariamente ha dovuto seguire un corso professionale. Di grande evidenza sono i vantaggi, atteso che implica innanzi tutto flessibilità di orario, evitando la costrizione di accompagnare al nido il bambino, ad orari stabiliti, lì dove poi e costretto a dover rimanere anche per tutto il giorno, se la mamma lavora su turni flessibili. Un’altra particolarità è la personalizzazione poiché ogni bambino e accudito nella sua individualità, tenendo conto delle sue esigenze, sia dal punto di vista delle abitudini che per quanto riguarda problemi specifici (dalle allergie ai disagi emotivi). Infine, è importante considerare che i bimbi potranno avere una sola figura di riferimento, in un ambiente che non ha quasi davvero nulla di dissimile da quello familiare. Nessun allontanamento drastico dunque e nemmeno la disfunzione di un rapporto esclusivo con una sola persona come accade nel caso dell’affidamento ad una baby sitter. Ma ulteriori sono i vantaggi dal punto di vista economico, in considerazione del fatto che il costo del servizio dovrebbe essere inferiore a quello di una baby sitter o di un nido privato, pur variando oggettivamente in base al numero di ore mensili richieste. L’iniziativa rappresenta una grande opportunità di lavoro per le donne e per le mamme, soprattutto per coloro che hanno rinunciato al lavoro per accudire i figli, potendo così conciliare le due attività ospitando in casa propria altri bambini; mentre, le mamme che vogliono riprendere a lavorare possono avere la certezza e serenità di lasciare i propri figli a professioniste. Senza dubbio, in tal modo, si concede una grande opportunità per aiutare quelle famiglie, tante, soprattutto sul nostro territorio, i cui bambini rimangono fuori dalle strutture pubbliche. Presidente Avv. Tiziana TOMEO