3 Novembre 2015. Il prezzo medio delle ultime settimane, quotato presso le diverse Borse Turche, ha continuato a subire aumenti a prescindere dalle diverse varietà di prodotto. La scorsa settimana, il prezzo al chilo in guscio in lire turche è oscillato da 12,75 lire turche (pari ad € 3,96) a 12,00 lire turche (pari ad € 3,73) a seconda delle provenienze e della qualità.
Cosa ci dobbiamo aspettare per le prossime settimane? Partiamo innanzitutto riportando una dichiarazione del gruppo Oltan (azienda Turca acquistata lo scorso anno dalla Ferrero per un valore di 500 milioni di euro e che commercializza circa 250.000 tonnellate/anno di prodotto) “la totale assenza di nuovi apporti dai campi sta creando tensioni sul mercato con alcuni fabbisogni a breve termine ancora da coprire”.
In altre parole, i contadini di nocciole Turche hanno venduto, a inizio stagione, solo il 25% del loro prodotto, decidendo di attendere l’aumento dei prezzi prima di immettere sul mercato una ulteriore parte di prodotto.
Il motivo di tale comportamento è da ricercare nelle dichiarazioni dell’Associazione dei Produttori Turchi che si aspettano, entro la fine dell’anno, un aumento del prezzo fino al valore di 15 lire turche (+20% rispetto ai valori attuali) che rappresenta il punto di pareggio per sostenere i loro alti costi di produzione.
Dobbiamo abbandonare l’idea insita in tanti lettori che immaginano un mercato Turco con bassi costi di produzione. L’economia Turca, vero motore dell’economia europea degli ultimi 10 anni, è cresciuta con livelli annui di PIL a 2 cifre trascinando con sé lo stesso fenomeno sull’inflazione del Paese: basti pensare che l’inflazione Turca degli ultimi 4 anni è stata pari al 30% mentre, se consideriamo l’Italia, abbiamo avuto un aumento, nello stesso periodo, dei prezzi al consumo pari al 4% (circa l’1% annuo).
In modo del tutto indipendente da quanto sopra, ma con invece evidenti ripercussioni sul prezzo delle nocciole in Italia, va considerata la schiacciante vittoria di Erdogan alle ultime elezioni. Le urne turche hanno riconsegnato la maggioranza in Parlamento al partito Akp del presidente Erdogan, che solo cinque mesi fa aveva assistito alla più significativa dèbacle elettorale da quando, era il 2002, prese la guida del Paese.
Da giugno ad oggi la lira turca, in virtù di questa situazione politica di stallo e di incertezza aveva subito una perdita del 20% nel cambio con l’euro (passando dai 35 centesimi di giugno ai 29 centesimi di metà ottobre).
Il primo risultato del dopo elezione ha riportato il cambio lira turca/euro a 32 centesimi con un recupero del 10% della moneta turca sull’euro rispetto ai valori minimi registrati solamente 2 settimane fa.
Questo 10% sarà quindi il primo effetto che vedremo nei prossimi giorni nelle quotazioni del mercato irpino-nolano delle nocciole che, ad oggi, è quotato a 8 euro a punto resa per la qualità mista mortarella/san giovanni.
In definitiva quindi ci aspettiamo, per i prossimi giorni, che i prezzi delle nocciole continuino la loro lenta ma incessante risalita per l’effetto combinato di:
- apprezzamento della lira turca sull’euro ——–à il cui effetto vale un aumento del 10% rispetto ai prezzi attuali
- aumento delle quotazioni delle nocciole sul mercato turco da 12,5 lire a 15 lire ——–à il cui effetto vale un ulteriore aumento del 20% rispetto ai prezzi attuali.
La combinazione di questi 2 fattori potrà determinare un aumento dei prezzi attuali fino ad un 30% portando il prezzo delle nocciole, per punto resa, a circa 10 euro/kg.
Molti elettori, inoltre, potranno confermare il nervosismo presente sul mercato attuale in cui, qualche intermediario, compie delle “fughe in avanti” prima di essere ricondotto a “più miti consigli” dal resto dei colleghi: è parere unanime, nelle chiuse degli addetti ai lavori, che nelle prossime 2 settimane assisteremo ad un aumento consistente dei prezzi per cui c’è la voglia dei “sansari” di riempire, in anticipo rispetto all’evoluzione rialzista del mercato, i loro magazzini con nocciole in guscio comprate magari riconoscendo un piccolo premio di 20-30 euro al quintale rispetto al prezzo attuale di mercato; nel contempo però gli stessi vogliono anche evitare che un atteggiamento troppo aggressivo sui prezzi crei aspettative rialziste troppo marcate che indurrebbero i contadini ad essere ancora più attendisti e meno propensi a liberarsi del loro prodotto.
A nostro dire, monitorando il termometro del territorio locale, possiamo affermare che un giusto compromesso lo si potrà trovare sicuramente nella forbice tra i 9 e i 10 euro al kg per punto reso, ma per capire se anche questa volta le nostre analisi si saranno rivelate corrette, non abbiamo che da attendere il trascorrere di pochi giorni.