di Pasquale Ercolino
Dopo le dichiarazioni arrivate dal Meeting Mondiale della frutta secca tenutosi a San Diego (California) il mercato ha ritrovato un suo nuovo equilibrio tornando ai prezzi di metà maggio.
Come vi avevamo preannunciato, la Ferrero ha infatti riportato il prezzo a 6 euro al punto resa. Chi vi scrive non fa il tifo nè per l’aumento e nè per la discesa dei prezzi ma, se qualche volta il tono delle parole usate può aver dato adito a qualche fraintendimento è chiaro che, nei nostri articoli, oltre a leggere il contesto e quindi fare anche previsioni di scenari futuri, c’è e ci sarà sempre l’accusa verso chi OSTACOLA LE LEGGI DEL MERCATO LIBERO.
Il mercato, come sanno tutti quelli che seguono le dinamiche della borsa, è influenzato da tantissimi fattori che però sono sempre raggruppabili in due categorie. La prima racchiude i dati quantitativi reali che influenzano quel bene (per esempio l’evoluzione della domanda degli ultimi anni, la crescita del PIL di un Paese, i dati dell’occupazione, i risultati economici); la seconda categoria invece racchiude tutti quegli elementi funzionali a fare delle previsioni su dati che potranno influenzare la vita di quel bene in un arco di tempo futuro.
Rapportando quanto sopra al mondo delle nocciole è chiaro che nella prima categoria dovrebbe essere compreso il dato di riporto della campagna 2015 sul 2016 e nella seconda invece la previsione del raccolto 2016.
Purtroppo però il settore delle nocciole, essendo l’unico settore in cui un’unica azienda gestisce quasi il 50% dell’intero mercato, è nella condizione che sia il dato di riporto della campagna 2015 sul 2016 che la previsione del raccolto 2016 sono influenzati da logiche di parte. Proveremo a fare la storia degli ultimi 2 anni perché, mettendo insieme tutti i pezzi, capiremo anche cosa sta succedendo e cosa accadrà da qui a breve. Dobbiamo necessariamente partire dalla gelata del marzo 2014 che ha costretto le grosse aziende del settore ad armarsi fino ai denti per fronteggiare la situazione e porre in essere una difesa che scongiurasse il ripetersi di quanto accaduto in quell’anno.
Veniamo ai fatti: cosa accadeva tutti gli anni in Turchia fino al 2014? Accadeva che in primavera venivano diramati i dati ufficiali sul raccolto dell’annata a venire e, rispetto a questi dati, il mercato trovava il suo equilibrio che, euro più euro meno, ci accompagnava durante l’intera annata.
La gelata 2014 e il successivo bollettino di 380 mila tonnellate previste per la campagna 2014, fecero impennare i prezzi con la conseguenza che il bilancio della Ferrero di quell’anno, seppur con un utile in crescita, aveva registrato un aumento per l’acquisto di materie prime di circa 800 milioni di euro (metà di questo valore ascrivibile alle sole nocciole).
Da qui quindi le pressioni affinché, nell’anno successivo, nessun ente pubblico Turco diramasse delle previsioni per l’annata 2015: qualcuno aveva pensato che era meglio lasciare il numero in un “limbo manipolabile” piuttosto che subire le logiche di un mercato libero basato sulla domanda e sull’offerta.
Senza un valore ufficiale è difficile stabilire il raccolto 2015 e, conseguentemente, il riporto 2016. Ad oggi sappiamo con certezza (essendo un dato registrato) che le vendite in Turchia al 30 aprile sono state pari a 504 mila tonnellate. Aggiungendo i mesi si maggio, giugno, luglio ed agosto e sulla base dei dati degli scorsi anni, è presumibile che ci siano altre 60 mila tonnellate di prodotto vendute per cui la campagna 2015 si chiuderà a circa 560/570 mila tonnellate. A questo punto quindi, per calcolare il riporto 2016, ci affidiamo all’unico valore che tutte le borse Turche stanno utilizzando, ovvero 646 mila tonnellate, valore riportato dall’Istituto di Statistica Turco che media i valori comunicati dalle camere agricole e quelli comunicati dalle aziende esportatrici.
Stante i numeri sopra riportati, avremo un riporto Turco sulla prossima stagione di circa 70/80 mila tonnellate.
Questo numero però non deve trarre in inganno poiché, tranne qualche altro rimasuglio nel territorio Irpino che però non è significativo rispetto ai numeri in gioco, tutte le riserve mondiali (Georgia, Cile, Francia, Spagna, Azerbaijzan) sono state completamente azzerate.
A questo punto quindi è fondamentale sapere cosa aspettarci dalla prossima campagna turca. Per saperlo, tecnici, personale delle istituzioni pubbliche e private, organizzati in squadre sparse su tutto il territorio Turco, inizieranno a lavorare dal 18 giugno per mappare l’intero raccolto Turco contando i frutti presenti sulle piante (evidentemente a campione) e il loro stato di salute per quantificare, scientificamente, il dato 2016. Hanno dichiarato che in una decina di giorni il lavoro sarà completato dopodiché il MINISTERO DELL’AGRICOLTURA potrà diramare il NUMERO CHE TUTTI ASPETTANO E CHE STA LASCIANDO INSONNE TUTTI GLI OPERATORI DEL SETTORE.
Questa informazione è quella che sta paralizzando il mercato poiché, da questa, si arriverà a trovare quel nuovo equilibrio che ci accompagnerà nei prossimi mesi.
Le grosse aziende hanno fatto la loro parte giocandosi il tutto per tutto: sono andate in America (lontano dalla Turchia e in un Paese in cui la Turchia non poteva creare pressioni), si sono sedute a tavolino ed hanno diramato i dati che abbiamo già pubblicato in un precedente articolo e che riportiamo nuovamente in tabella 1. Hanno evidentemente gonfiato i numeri in modo tale che non fossero “palesemente sconfessabili” e poi li hanno affidati ad una azienda che non fosse la solita Oltan (per ovvie ragioni) per darli in pasto al mondo della comunicazione.
Ecco perché ci era sembrata strana la politica della Ferrero che, nel momento meno opportuno, aveva alzato i prezzi.
A questo punto, l’intera partita è COMPLETAMENTE IN MANO AL MINISTERO DELL’AGRICOLTURA TURCA dai cui numeri non si potranno che avere 2 possibili scenari:
Il ministero conferma il numero di 530 mila tonnellate in linea con il valore che l’Istituto di Statistica Turca ha già diramato
Il ministero dirama un numero inferiore alle 500 mila tonnellate Noi, ovviamente, diamo per scontato che il Ministero sia “libero” nelle sue comunicazioni e che non si lasci “influenzare” dalle grosse aziende che hanno interessi in gioco per centinaia di milioni di euro.Tornando ai due scenari, il primo che è quello da tutti ritenuto essere fin troppo cautelativo e che abbiamo riportato in tabella 2 (con le previsioni ricevute dagli addetti del settore, tranne ovviamente quelli riuniti a San Diego, più le informazioni raccolte da autorevoli articoli pubblicati in Turchia) già mostra che le 907 mila tonnellate non saranno in grado di coprire la domanda mondiale 2016 che, dalle stime delle aziende riunite a San Diego, sarà pari a 1.064 – 129 = 935 mila tonnellate.
Le due gelate (marzo 2014 e marzo 2016) hanno creato non pochi problemi alla salute degli alberi e se a questo aggiungiamo la primavera eccessivamente piovosa e le continue grandinate, capiamo il perché i contadini Turchi parlano di un settore, quello dell’Agricoltura, al collasso, nocciole comprese.Proprio oggi ci sono articoli che parlano di un raccolto di almeno un 30% inferiore a quello dello scorso anno ma di questo abbiamo già ampiamente parlato in questo articolo mentre, per le questioni fitosanitarie, vi diremo più avanti.Ultima nota: ieri e oggi il prezzo delle nocciole ha avuto una piccola ripresa ma, a nostro parere, sono solo contingenze legate a delle richieste spot per coprire esigenze giornaliere o poco più.
METTIAMOCI IL CUORE IN PACE E ASPETTIAMO, FIDUCIOSI, QUESTO BENEDETTO NUMERO!!!