La Procura regionale della Corte dei conti della Campania ha “condannato” il titolare del settore dell’ufficio economico e finanziario, Daniele Cutolo, nonché i tre componenti del collegio dei revisori dei conti, Parisi, Napoletano e Cossu, al risarcimento di 60 mila euro, di cui 30 mila a favore dell’Ente di piazza Duomo e 30 a favore della presidenza del Consiglio. La “condanna” per la la magistratura contabile si rapporta alle condizioni, che determinarono il cosiddetto sforamento del patto di stabilità e dei relativi vincoli, a garanzia della normale gestione economica e finanziaria dell’amministrazione comunale della città bruniana, nell’arco temporale, che va dal 2000 al 2004, con le consiliature, di cui sono stati sindaci Giuseppe Serpico e Felice Napolitano, prematuramente scomparsi, oltre che in coincidenza con la breve gestione commissariale, esercitata dal prefetto Pasquale Manzo. Uno sforamento, di cui la Procura, tutto sommato, fa carico di responsabilità – per le competenze specifiche- sia al titolare del settore economico e finanziario che ai revisori dei conti pro-tempore, per non aver assolto al meglio le proprie funzioni di controllo e vigilanza. La pronuncia risarcitoria della Corte dei conti, di fatto, s’innesta nella più complessa ed articolata vicenda, che coinvolge una decina di dirigenti di settore- tra interni alla pianta organica ed “esterni”- che per le annualità, finite sotto i riflettori approvarono ed eseguirono con provvedimenti mirati il riparto di un milione ed ottocento mila euro tra se stessi e gli oltre duecento addetti della “macchina burocratica” del palazzo di città. Le indennità e le gratificazioni conferite costituivano il riconoscimento per gli obiettivi di progetti raggiunti, per la miglior funzionalità possibile degli uffici e servizi comunali. Come per dire che i premi per aver assolto i propri compiti e carichi di lavoro, sono un…atto dovuto.