di Gianni Amodeo
Di essere stato colpito dal contagio del covid–19, aveva dato egli stesso notizia, sulle pagine dei social il 19 marzo scorso, rivolgendosi, in particolare, ai pazienti, agli amici e conoscenti. “ Carissimi, solo nelle ultime ore– scriveva- ho avuto la conferma di essere positivo al Covid–19. Sto bene, ma devo rimanere in isolamento per i prossimi giorni, mettendo in campo tutte le risorse, per proseguire il mio lavoro. Per ovvie ragioni chiunque abbia avuto contatti con me nelle scorse due settimane, dovrà contattare le Autorità sanitarie, allorquando dovessero manifestarsi sintomi comuni di coronavirus ( febbre alta 37,5 gradi, difficoltà respiratorie, tosse). Nell’interesse di tutti vi invito ancora una volta a restare in casa, rispettando rigorosamente e con senso di responsabilità tutte le misure adottate per la prevenzione e il contrasto della diffusione del coronavirus … Attinto da una malattia silente e diventato paziente, rafforzo il mio amore per la Medicina e la dedizione alla mia cittadina, perché la mia esperienza di contatti umani e di quanti si sono affidati a me mi hanno reso migliore, oggi più di ieri. Tornerò presto a contrastare questa emergenza sanitaria, insieme ne usciremo”.
E’ un post che parla da solo -quasi un testamento spirituale- e che esprime la dimensione sociale e professionale di Carmine Sommese, nel coniugare l’amore per la Medicina che nei limiti delle possibilità e delle cognizioni scientifiche risana dalle sofferenze e dalle malattie. Un amore che sul piano dell’umana socialità l’hanno reso “migliore, oggi più di ieri”, sottolinea a chiare lettere; una condizione, avvalorata dalla varietà dei contatti con le persone, che ne hanno arricchito e ampliato l’orizzonte del pensare e del sentire come per vicendevole empatia, affidandosi in tutti questi anni alle sue competenze diagnostiche e d’intervento terapeutico. E rimarca la fiducia ispirata dalla speranza di poter riprendere quanto prima il suo lavoro nelle corsie ospedaliere, prestando le cure necessarie ai pazienti, per contrastare il devastante morbo che implacabile falcidia vittime sotto tutte le latitudini. Un amore e una fiducia che si saldano con la generosità dell’impegno profuso per il bene comune e il progresso civico della “sua” Saviano. Ma gli ineluttabili e inesorabili colpi del coronavirus hanno prevalso sulla bontà degli intenti.
Uomo dabbene e solare, Carmine Sommese, primario al “Santa Maria della Pietà”, importante presidio ospedaliero dell’area nolano-vesuviana nell’ambito dell’Asl Napoli-3 Sud, e responsabile della Clinica “Villa Maria”, a Baiano, in Bassa Irpinia, aveva conseguito nel 1979 la laurea nell’Università Federico II con il massimo dei voti, per specializzarsi in Chirurgia generale e in Oncologia medica. Una proficua formazione culturale, ancorata agli studi classici nel Liceo statale “Giosuè Carducci”, a Nola, accompagnata negli anni dell’adolescenza e giovanili dalla partecipazione assidua alle iniziative del Circolo d’Azione cattolica cittadino.
Con Carmine Sommese che se ne va via a sessantasei anni- ed avrebbe potuto dare ancora molto di sé nella professione medica come nell’azione a servizio del territorio- scompare un’esemplare testimonianza di vita operosa e proba. Un vissuto, il suo, trasfuso nell’impegno politico fattivo e nella capacità dell’amministratore pubblico attento al bene comune, nel segno del moderatismo e dei valori della democrazia liberale e plurale, in cui si riconosceva e che rappresentava compiutamente con senso fattivo e costruttivo nel dialogo con tutti e verso tutti.
Ne danno una conferma sia l’azione di sostegno che il convinto supporto per il potenziamento delle funzioni e dei servizi del Piano sociale di zona e, più ancora, per il ruolo di programmazione dell’ Agenzia di sviluppo dei 18 Comuni dell’area nolana, con oltre 100 mila abitanti; azione supporto, che hanno avuto in Carmine Sommese un costante e risoluto riferimento di coesione politica ed amministrativa, a riprova della sua lunga visione per la promozione e valorizzazione eco–ambientale ed economico–produttiva dell’intera area nolana a fronte delle trasformazioni sociali e produttive nel tempo della globalizzazione. Una visione lunga per il presente e per il futuro del territorio e delle sue comunità, a cui Carmine Sommese guardava con l’occhio acuto e sensibile sia del medico impegnato nella quotidianità del lavoro professionale che dell’amministratore pubblico accorto ed avveduto, alla luce anche della sua esperienza maturata nell’assemblea regionale della Campania.