E’ attualmente in corso la Conferenza delle Regioni dedicata al Patto per la Salute e sono state presentate all’attenzione dei presidenti alcune schede di lavoro redatte dai tecnici regionali. Istituiti, per l’occasione, dieci tavoli di lavoro per la definizione dell’istruttoria tecnica del nuovo Patto, sul quale nei prossimi giorni si comincerà a trarre la sintesi politica da portare al confronto con il Governo. I temi trattati riguardano, in maniera particolare, costi e fabbisogno standard, ospedali e carriera del personale dipendente, cure primarie e integrazione sociosanitaria, farmaci e farmacie, dispositivi medici e università, ricerca e edilizia sanitaria, piani di rientro, mobilità e tariffe. Sulla definizione delle proposte da sottoporre successivamente al Governo, nell’ambito della conferenza Stato-Regioni, si registra l’intervento del dottor Sergio Canzanella, manager per l’Italia meridionale dell’European Cancer Patient Coalition, l’organismo internazionale che riunisce circa trecento associazioni che si occupano di malati oncologici in tutta l’Unione Europea. “Il nuovo Patto per la Salute – sottolinea il dottor Canzanella – rappresenta per i cittadini una svolta importante. Cure primarie, costi standard, Lea, ticket e tagli in discussione. Dieci i tavoli di confronto tra Stato e Regioni, se uno va in tilt in teoria può far saltare gli altri. Accanto al tavolo sulla ripartizione del fondo sanitario nazionale e ai tavoli sui rapporti regioni-atenei, su edilizia sanitaria e ricerca sanitaria, ci sono altri sei tavoli di discussione e di studio. Per quanto riguarda i costi standard, Umbria, Marche ed Emilia Romagna sono le regioni di riferimento per determinare quanto devono costare le prestazioni in tutta Italia. Ma Lombardia, Toscana e Veneto non sono mai andate in rosso e si candidano anch’esse come modelli da imitare. Legati ai costi standard sono i tavoli su assistenza farmaceutica e dispositivi medici. Per la questione della spesa sanitaria, è tramontata l’ipotesi di sostituire nuovi ticket con un tetto a carico del paziente che sale in base al reddito Isee familiare, oltre il quale il servizio sanitario nazionale copre tutto. Sui piani di rientro, che riguardano otto Regioni, specificatamente Abruzzo, Campania, Calabria, Lazio, Molise, Piemonte, Puglia e Sicilia, solo la Regione Puglia, dopo la verifica di febbraio, è risultata idonea a uscire dalla procedura. Infine, per i livelli essenziali di assistenza, l’intenzione di alcune Giunte in deficit è quella di imitare la Regione Campania, che fa autorizzare preventivamente le cure nelle regioni limitrofe, i cui residenti pagano un ticket inferiore. Pertanto – conclude il manager per l’Italia meridionale dell’European Cancer Patient Coalition –, lancio un appello a tutte le Istituzioni. Fate presto, i malati non possono più aspettare”.