ETTERA APERTA agli iscritti del Partito Democratico di Avellino
Abbiamo il dovere della testimonianza, della proposta e della presenza. Abbiamo la necessità di esserci, di incidere nelle dinamiche di crescita sociale, culturale ed economica del nostro territorio. Per farlo c’è bisogno di uno scatto in avanti, di superare la logica delle contrapposizioni, di andare oltre certe dinamiche che hanno caratterizzato in questi ultimi anni, purtroppo in termini negativi, la vita del Partito Democratico della provincia di Avellino.
La strada che fin qui abbiamo provato a tracciare deve andare in direzione ostinatamente contraria rispetto al percorso che fin qui è stato seguito. Le premesse ci sono tutte. La soluzione unitaria è praticabile e non rappresenta certo una ipotesi di facciata, una via d’uscita opportunistica, ma, al contrario, è l’unica possibilità che il Pd in Irpinia ha per uscire dalla palude in cui negli ultimi anni si è ricacciato. Non ci sono più alibi, perciò. Il percorso porta dritto alla convocazione del Congresso Provinciale che legittimerà un gruppo dirigente, definirà gli assetti e quegli organismi che sono essenziali per la vita di una comunità politica come quella del Pd irpino.
Ecco perché, soprattutto in questa fase, è necessario abbandonare la logica dello scontro che di fatto prolungherebbe questo stato ormai cronicizzato di incertezza che fa male al nostro partito, che ne indebolisce l’azione, che rende nulli tutti gli sforzi che in questo periodo, caratterizzato da una difficilissima emergenza sanitaria, stiamo profondendo.
Una comunità politica senza regole rischia di implodere. E’ per me una questione dirimente, il rispetto delle regole viene prima di tutto, anche quando non c’è condivisione delle regole poste. E’ capitato proprio nella lunga gestazione che la fase precongressuale ha avuto. Ero contrario alla celebrazione dell’assise con una platea troppo datata. Ma al momento quelle erano le regole e io le ho rispettate. Non le condividevo, ma le ho rispettate. Perché questo significa stare con lealtà e correttezza dentro un partito. Poi le regole sono cambiate. E’ stato riaperto il tesseramento e si è ripartiti da capo. Abbiamo seguito questa indicazione e siamo andati avanti con determinazione. Adesso, non possiamo che confermare la nostra fiducia alla segreteria nazionale, in particolare al commissario Michele Bordo che fin qui ha traghettato il partito in una fase delicata e assolutamente complessa, e procedere speditamente affinché si possa celebrare quanto prima il congresso. E’ un passaggio determinante, non più rinviabile, al quale dobbiamo prepararci puntando sulla forza delle idee e delle nostre proposte e abbandonando la logica della carta bollata che per troppi anni ha tenuto banco in via Tagliamento.
Le sfide che ci attendono le dobbiamo affrontare nella più completa agibilità politica possibile, senza ambiguità e nella chiarezza delle posizioni. Quanto finora abbiamo fatto per chiudere una lunga pagina fatta di divisioni e di lotte intestine non può andare sprecato proprio oggi. Oggi la stella polare che ci deve guidare è la possibilità di un percorso finalmente lineare. Per incamminarci lungo questa strada il congresso rappresenta la tappa più importante, insostituibile e di cui abbiamo maledettamente bisogno.
Sono certo che, insieme al livello nazionale, che senza dubbio garantirà la correttezza di tutti i passaggi, attraverso un’azione serrata di verifiche e di controlli, come del resto già sta accadendo, ci ritroveremo tutti su questa posizione che è funzionale al recupero del primato della politica, quella politica la cui bontà è certificata proprio da un corretto funzionamento delle dinamiche di partito, quelle dinamiche che garantiscono confronto, pluralità, democrazia. Teniamo fuori gli interessi di bottega, le aspirazioni, pur legittime, personali e guardiamo all’interesse collettivo. Archiviamo definitivamente il tempo degli scontri, quelli strumentali, che appesantiscono il nostro dibattito interno rendendolo incomprensibile agli occhi della pubblica opinione. Diamo alla nostra comunità quell’occasione di riscatto che da tempo aspetta. Diamo a tutti noi l’opportunità di superare i nostri limiti, di farci strumento di crescita della nostra terra. Io ci credo fermamente. Insieme possiamo farlo.
Maurizio Petracca