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a cura di Grazia Russo.
In Irpinia la rivalità tra paesi ha dato luogo alla creazione di aneddoti tendenti a mettere in ridicolo la scempiaggine o comunque i difetti degli abitanti dei paesi vicini e confinanti. Si tratta, spesso, di racconti stereotipi.
I personaggi sono quasi sempre dei sempliciotti, abitanti di questo o quell’altro paese.
Il tono ironico che caratterizza queste storielle, a volte colpisce una singola persona del paese rivale, a volte investe l’intera comunità (breve introduzione di Aniello Russo, studioso di antropologia e autore di numerosi testi della tradizione orale dei nostri paesi)
L’asino sul campanile
Lungo il muro del campanile di Sperone erano cresciuti dei ciuffi d’erba. Un asino vedeva l’erba e allungava il collo. Il padrone che fece? Legò la fune al collo della bestia, prese poi uno dei due capi della fune, salì sul campanile, passò l’altro capo attorno alla trave della campana e gettò la fune giù. Lui poi scese per le scale. Tornato disotto, raccolse l’altro capo della fune e cominciò a tirare per sollevare l’asino. Tira e tira, quando l’asino arrivò a metà del campanile, siccome il cappio lo stringeva alla gola, spalancò la bocca mostrando i denti, sicché pareva che ridesse dalla contentezza. Stoltamente diceva il padrone: Oh, guardate l’asino com’è contento: vede l’erba e già mostra i denti!
E appresso a lui, tutti gli abitanti di Sperone dicevano: – Oh, oh, guardate come ride contento, perché vede l’erba fresca alla sua portata. – Di lì a poco l’asino stese le gambe. Lo tirarono giù e constatarono che era morto.