Si potrebbe sostenere che in parte siano state recepite le indicazioni di CamMiNo in sede di audizione, anche se il Nostro progetto per reprimere il femminicidio era ed è molto più articolato e completo. Ad ogni modo, lo scopo essenziale, senza dubbio è d’intervenire tempestivamente e prima, di proteggere la vittima, di punire il colpevole evitando l’epilogo spesso inesorabile dell’omicidio. E’ importantissimo poter allontanare da casa il coniuge che picchia la compagna impedendogli di avvicinarsi ai luoghi domestici; altrettanto significativa è l’irrevocabilità della querela nei confronti del violento, perché è proprio il rimedio principe per limitare le rinunce delle donne che reputano, infondatamente, di difendere in tal modo, i propri figli. Conferma significativa è la reiterata previsione del gratuito patrocinio, misura che garantisce alla vittima, a prescindere dal reddito, la possibilità di difendersi ed essere difesa. Inoltre, se il lento sistema giudiziario, con grande scatto d’orgoglio, si mostrerà contrariamente a quanto accade, tempestivo, la vittima che in passato non poteva nemmeno conoscere l’iter del procedimento a carico del colpevole, da oggi potrà essere continuamente informata. L’opportunità della prova testimoniale nell’ambito di processi per reati del genere, garantisce ad un minore o comunque ad un soggetto “maggiorenne ma vulnerabile”, la protezione in quanto teste. Inoltre, tutti abbiamo la titolarità della denuncia, atteso che chiunque sia portato a conoscenza o sappia di una violenza in corso, può denunciare alle forze dell’ordine attraverso una semplice telefonata, consapevole del fatto che lo stato garantisce l’anonimato. Grande apertura e tutela anche per le donne straniere che potranno godere di un permesso di soggiorno per motivi umanitari, se vittime di violenza. Inasprimento delle pene per la flagranza di reato che fa scattare immediatamente l’arresto obbligatorio per delitti di maltrattamento familiare e stalking, dando anche i poteri alle forze di polizia di buttare fuori di casa il coniuge violento. Dodici articoli per un decreto che ha tutta l’apparenza di essere preciso e chiaro, ma dubbi legittimi scaturiscono proprio dal contenuto delle tre parole chiave che lo contraddistinguono: “prevenire, punire e proteggere”! Ci si augura non si tratti solo di uno slogan e si tenga conto che l’organizzazione dell’apparato preordinato all’esecuzione del decreto, implica e richiede professionalità, esperti in tutti i settori. Promessa mantenuta? per ora lo è almeno sulla carta, manca il tassello più complicato, la coerenza delle azioni. Presidente Avv. Tiziana TOMEO