La famiglia di Andreas Lubitz, il copilota autore della strage del volo Germanwings, sarebbe a forte rischio di “atti estremi” a causa del troppo dolore da affrontare. Questo almeno è ciò che sostiene lo psichiatra Massimo Di Giannantonio che è intervenuto su Il Giornale per analizzare la situazione che si è creata intorno e nella famiglia Lubitz. I parenti più stretti di Andreas, spiega lo psichiatra, “devono affrontare tre gravi problematiche: il lutto e la perdita del figlio, il lutto e la perdita di tutte le vittime travolte dalla follia del figlio e il senso di colpa che senza volontà li vede complici di una strage. È una questione estremamente complessa perché nelle loro menti man mano affioreranno i ricordi dei segnali di disagio, estremamente importanti, che ci sono stati nelle varie età della vita di questo ragazzo. Segnali che erano richieste di aiuto e che non sono stati colti”. Secondo lo psichiatra ci sono tre modi per aiutarli e per evitare che si facciano sopraffare dal dolore e dal senso di colpa: “Un trattamento psico-farmacologico, una psicoterapia di sostegno e un supporto psicosociale, perché è importante che la comunità che li circonda li accolga come vittime. Ma se così non fosse, se la popolazione non è matura e dovesse compiere quell’operazione stupida di additarli come colpevoli, meglio sarebbe per loro cambiare città o addirittura identità”.
Insomma il rischio che questa famiglia subisca un vero e proprio tracollo è davvero grande. Intanto poche ore fa è arrivata la notizia che sono stati identificati proprio i resti di Andreas Lubitz sul cui stato di salute continuano a farsi svariate ipotesi. Secondo Le Figaro il pilota rischiava il distacco della retina, un’eventualità che significava la fine della sua carriera di pilota: probabilmente nel prossimo controllo medico, previsto per giugno, la compagnia aerea gli avrebbe impedito di rimettersi alla cloche. Una preoccupazione che andava a complicare un quadro clinico già problematico e che probabilmente ha determinato il folle gesto suicida.