Oggi 8 luglio si celebra beato Eugenio III (Bernardo dei Paganelli), 167º papa della Chiesa cattolica; nacque in data sconosciuta, dalla famiglia nobile dei Paganelli di Montemagno (poco distante da Pisa), scelse la vita monastica dopo aver incontrato l’abate cistercense san Bernardo, fondatore dell’Abbazia di Chiaravalle, il più illuminato ecclesiastico della Chiesa occidentale di quel tempo, del quale divenne discepolo e amico dopo aver retto da abate il monastero dei Santi Vincenzo e Anastasio alle Acque Salvie, eletto alla sede di Roma, si adoperò con impegno per difendere il popolo cristiano dell’Urbe dalle insidie dell’eresia e rinnovare la disciplina ecclesiastica, fu il primo cistercense a salire sul trono papale e si conservò sempre sia per l’abito che per lo stile di vita un semplice monaco, Eugenio morì a Tivoli.
8 luglio: sant’Adriano III, 109º papa della Chiesa cattolica; nacque a Roma, della sua famiglia sappiamo solo che era romana e che suo padre si chiamava Benedetto, alcuni studiosi vogliono imparentata con i conti di Tuscolo, il suo breve pontificato ebbe luogo in un periodo travagliato, dopo la morte di Giovanni VIII, Roma era infatti insanguinata dai contrasti tra i sostenitori della politica del defunto pontefice e quelli legati invece al partito filo-germanico; governò la Chiesa per un anno soltanto e mentre era in viaggio, verso Worms in Germania, fu colto da improvviso malore nei pressi di San Cesario sul Panaro presso Modena.
8 luglio: santi Aquila e Priscilla, erano due coniugi giudei convertiti al cristianesimo e appartenenti alla prima generazione cristiana, vivevano a Roma dove erano fabbricanti di tende. Si parla di loro negli Atti degli Apostoli, lasciarono Roma in seguito all’espulsione voluta dell’imperatore Claudio contro i giudei e si stabilirono a Corinto, dove diedero ospitalità a san Paolo di Tarso durante la sua prima visita alla città; lavoravano insieme, visto che erano dello stesso mestiere, quando poi decise di tornare in Siria, Aquila e Priscilla lo accompagnarono fino a Efeso, dove si fermarono dedicandosi a istruire nella catechesi cristiana il giudeo-alessandrino Apollo, che era versatissimo nelle Scritture, ma ignorava alcuni punti essenziali della nuova dottrina; a Efeso misero la loro casa a disposizione della comunità per le adunanze del culto, facendone una “chiesa domestica” e ospitando Paolo, non si conosce con certezza il tempo, il luogo e il genere di morte della santa coppia
8 luglio: beato Giulio da Nardò, da secoli chiamato semplicemente “Beato Giulio” è fra i tanti servi di Dio che aspettano la glorificazione, è uno dei più conosciuti e venerati, fin da giovane, si raccolse nella preghiera e nella meditazione, per decidere la scelta della sua vita, illuminato dallo Spirito Santo, distribuì i suoi beni ai poveri, lasciò la casa paterna e la sua città e vestito con il saio del pellegrino, si avviò verso la Campania, per trovare un posto adatto per il suo desiderio di solitudine, lo trovò in una piccola valle nel massiccio del Partenio in Irpinia, poi lasciò l’eremo e andò a bussare all’abbazia di Montevergine, non tanto lontana, qui visse all’ombra della Madonna, prodigandosi con zelo instancabile per il decoro del Santuario, ma soprattutto come organista, per umiltà non volle essere ordinato sacerdote, non reputandosi degno e per umiltà, prima di morire, chiese ai suoi superiori di essere seppellito sotto il pavimento della Cappella della Madonna, così da poter essere calpestato da ogni pellegrino, come il più grande peccatore.