a cura di don Riccardo Pecchia
Oggi 9 dicembre la chiesa ricorda san Siro di Pavia, una leggenda fiorita in Italia identifica san Siro, primo vescovo di Pavia, con il giovinetto che porse a Gesù i pani e i pesci per il miracolo della moltiplicazione. Tale leggenda è riferita nel De laudibus Papiae, uno scritto del 1330. Secondo questa Vita le origini del vescovado pavese sono da collegarsi con Aquileia, il cui primo vescovo Ermagora venne consacrato dall’evangelista san Marco. Ermagora a sua volta avrebbe consacrato vescovi Siro ed Evenzio, inviandoli ad evangelizzare Pavia. Siro, identificato appunto nel giovinetto che porse a Gesù i pani e i pesci della moltiplicazione, sarebbe venuto dalla nativa Palestina in Italia al seguito di san Pietro e di san Marco, fermandosi poi ad Aquileia col vescovo Ermagora, in compagnia di Evenzio. Inviati entrambi nella città alle rive del Ticino (l’antico nome di Pavia era Ticinum Papiæ), di cui Siro fu eletto primo vescovo, collaborarono entrambi alla diffusione del vangelo, estendendo la loro attività missionaria dal Ticino all’Adige, predicando a Verona, Brescia, Lodi e anche a Milano, dove Evenzio, inviato da Siro, avrebbe dato sepoltura ai martiri Gervasio e Protasio, ponendo sulla loro tomba una pietra sepolcrale con l’epitaffio dettato dal vescovo di Pavia. Questo ne fa un motivo di vanto per i devoti di Pavia che possono dire che il loro primo vescovo sia anteriore al primo vescovo di Milano, da cui Pavia dipende ecclesiasticamente. Per quanto verosimile, la biografia di san Siro è in contrasto con i dati cronologici, dato che si sa che il terzo vescovo di Pavia, Evenzio (o Invenzio), visse tra il 381 e il 397. Resta tuttavia non offuscata l’immagine di questo generoso banditore del vangelo, che lasciò tracce del suo benefico apostolato in varie città dell’Italia settentrionale.
9 dicembre: san Juan Diego Cuauhtlatoatzin, (in azteco il suo nome significa “colui che grida come un’aquila”) nacque a Cuauhtitlan (Messico) nel 1474. Contadino in un modesto villaggio della Guadalupe, convertito al cristianesimo, fu uno dei primi indios, nel 1524, a ricevere il battesimo col quale assunse il nome cristiano di Juan Diego. Con lui fu battezzata anche la moglie Malintzin, col nome di Maria Lucia, che morì nel 1528. Juan Diego è noto per le apparizioni della Vergine Maria che avvennero tra il 9 e il 12 dicembre 1531 sulla collina di Tepeyac nei pressi di Città del Messico. La prima apparizione avvenne la mattina del 9 dicembre 1531, mentre sta attraversando la collina del Tepeyac per raggiungere la città, l’indio è attratto da un canto armonioso di uccelli e dalla visione dolcissima di una donna che lo chiama per nome con tenerezza. La Signora gli dice di essere «la Perfetta Sempre Vergine Maria, la Madre del verissimo ed unico Dio» e gli ordina di recarsi dal vescovo a riferirgli che desidera le si edifichi un tempio ai piedi del colle. Juan Diego corre subito dal vescovo Juan de Zumarraga, ma non viene creduto. Tornando a casa la sera, incontra nuovamente sul Tepeyac la Vergine Maria, a cui riferisce il suo insuccesso e chiede di essere esonerato dal compito affidatogli, dichiarandosene indegno. La Vergine gli ordina di tornare il giorno seguente dal vescovo, che, dopo avergli rivolto molte domande sul luogo e sulle circostanze dell’apparizione, gli chiede un segno. La Vergine promette di darglielo l’indomani. Il giorno seguente, però, Juan Diego non può tornare: suo zio, Juan Bernardino, è gravemente ammalato e lui viene inviato di buon mattino a Tlatelolco a cercare un sacerdote che confessi il moribondo. Giunto in vista del Tepeyac decide perciò di cambiare strada per evitare l’incontro con la “Signora”. Ma la Signora è là davanti a lui e gli domanda il perché di tanta fretta. Juan Diego si prostra ai suoi piedi e le chiede perdono per non poter compiere l’incarico affidatogli presso il vescovo, a causa della malattia mortale dello zio. La “Signora” lo rassicura, affermando che lo zio è già guarito, e lo invita a salire sulla sommità del colle per cogliervi i fiori. Juan Diego sale e con grande meraviglia trova sulla cima del colle dei bellissimi “fiori di Castiglia”: è il 12 dicembre. In questo periodo dell’anno, né la stagione né il luogo, una desolata pietraia, sono adatti alla crescita di fiori del genere. Juan Diego ne raccoglie un mazzo che porta alla Vergine, la quale, però, gli ordina di presentarli al vescovo come prova della verità delle apparizioni. Juan Diego ubbidisce e, giunto al cospetto del presule, apre il suo mantello e all’istante sulla tilma (mantello) si imprime e rende manifesta alla vista di tutti l’immagine di una Madonna con le mani giunte. Di fronte a tale prodigio, il vescovo cade in ginocchio, e con lui tutti i presenti. La mattina dopo Juan Diego accompagna il presule al Tepeyac per indicargli il luogo in cui la Madonna ha chiesto che le sia innalzato un tempio. Nel frattempo l’immagine, collocata nella cattedrale, diventa presto oggetto di una devozione popolare che si è conservata ininterrotta fino ai nostri giorni. Dopo questi fatti, Juan Diego si ritirò a vivere in penitenza e orazione in una piccola casa costruita per lui presso il santuario. Qui visse per 17 anni fino a che morì il 30 maggio 1548, a 74 anni.
9 dicembre: san Pierre Fourier, nacque a Mirecourt (Francia) il 30 novembre 1565, da un’agiata famiglia di mercanti di tessuti. Avendo rivelato fin dal piccolo notevoli doti di intelligenza, fu mandato dal padre, tra il 1578 ed il 1585, a studiare all’università di Pont-à-Mousson, sotto la guida dei Gesuiti. Era diventato un modello per gli studenti, tanto che diverse famiglie nobili gli affidarono la sorveglianza dei loro figli. La peste nel 1858 disperse gli allievi dell’università e Pierre entrò fra i Canonici Regolari dell’abbazia di Chamousey, che era in piena decadenza, e lì fu fatto oggetto di vessazioni da parte degli anziani, la cui vita sregolata contrastava con il fervore del novizio Pierre. Qui dove fece professione dei voti solenni nel 1586 e fu ordinato sacerdote a Treviri (Germania) il 29 febbraio 1589. Tornò quindi a Pont-à-Mousson per approfondire gli studi teologici. Sentendosi vocato al ministero parrocchiale, il 1 giugno 1597 venne messo a capo della comunità del villaggio di Mattaincourt, dove rimase fino al 1632. Dovendo scegliere il nuovo insegnante della scuola del paese, Pierre si rivolse alla giovane Alix Le Clerc (futura beata Maria Teresa di Gesù), sua figlia spirituale, con la quale diede vita alle Canonichesse di Sant’Agostino della Congregazione di Nostra Signora, un istituto dedito all’istruzione della gioventù che conobbe una rapida diffusione, anche fuori dalla Lorena. Il processo di riforma della vita religiosa nel ducato avviato nel 1595 da Carlo III e dal cardinale Carlo di Lorena, aveva già coinvolto i Benedettini e i Premostratensi (la cui gestione era stata affidata rispettivamente ai già citati de La Cour e de Lairuels): per risollevare le sorti della vita spirituale dei Canonici Regolari di Sant’Agostino, Jean des Porcelets de Maillane, vescovo di Toul, si rivolse proprio a Pierre. Conformemente ai decreti del Concilio di Trento, Pierre decise di riunire le abbazie lorenesi nella Congregazione del Nostro Salvatore e di stabilire un noviziato a Lunéville, la congregazione venne approvata da papa Urbano VIII nel 1628. Per sorvegliare la disciplina delle due istituzioni, percorse tutta la Lorena, che però fu poi teatro della Guerra dei Trent’Anni, che costrinsero Pierre a rifugiarsi a Gray, nella Franca Contea allora sottomessa alla Spagna. Morì il 9 dicembre 1640.
9 dicembre: santa Valeria di Limoges, Valeria fu la figlia spirituale del santo vescovo Marziale di Limoges. Egli la convertì e versò l’acqua del Battesimo sul suo giovane capo e su quello, già grigio, della madre, Susanna. Susanna morì poco tempo dopo, lasciando al vescovo Marziale molte ricchezze, terre e vigneti. Anche Valeria, fattasi cristiana, fece dono ai poveri della sua parte d’eredità e più che altro fece dono a Dio della propria verginità. Ritornò il fidanzato dalla guerra, e Valeria, dice la tradizione, lo prega di dimenticare il suo affetto, confessando com’ella sia ormai promessa ad un altro e più potente Signore. Ma il geloso innamorato non le lascia terminare la spiegazione: trae la spada, e recide d’un colpo la testa della fanciulla. Ed ecco, mentre la sua anima vola al cielo, il corpo di Valeria si rialza, raccoglie il capo mozzo, s’incammina, e va a deporlo ai piedi di san Marziale. Il fidanzato che vede ciò, si getta piangendo ai piedi del vescovo, chiede perdono, compie un’amara penitenza, e finalmente anch’egli riceve il Battesimo. Si riunisce così, in una sorta di mistico fidanzamento, alla fanciulla amata e perduta. Tale è la leggenda di Valeria; Santa non fantastica, ma realmente e compiutamente donna, che seppe amare e anche soffrire per amore terreno, e ancor più amare e morire di quell’Amore divino che è sempre corrisposto e privo di delusioni.
9 dicembre: venerabile Fulton John Sheen, nacque a El Paso (Stati Uniti d’America) l’8 maggio 1895, da una famiglia di origine irlandese. Al momento della nascita la madre lo consacrò alla Vergine Maria, consacrazione che egli ripeté il giorno della sua prima comunione. Nel 1900 i suoi genitori si trasferirono in una fattoria appena fuori Peoria, nell’Illinois, affinché i loro figli potessero frequentare le scuole cattoliche. Nel 1917, terminati gli studi superiori, entrò al seminario di Saint Paul, Minnesota. Nella cattedrale di Peoria, il 20 settembre 1919, a 24 anni, fu ordinato sacerdote. In questa circostanza fece voto, che mantenne per tutta la sua vita, di sostare in adorazione davanti al Santissimo Sacramento per almeno un’ora al giorno. Dopo l’ordinazione sacerdotale proseguì gli studi inizialmente all’Università Cattolica di Washinton per due anni per poi trasferirsi, per un anno all’Università di Lovanio, in Belgio, dove Fulton si distinse per la vita sacerdotale esemplare, per l’intelligenza brillante, per un certo fascino che emanava. A Lovanio ottenne il dottorato in filosofia, successivamente studiò alla Sorbona di Parigi a all’Angelicum a Roma dove ottenne il dottorato in teologia. Nel 1923 tornò all’Università di Lovanio dove ottenne, primo americano, il premio Cardinale Desiré-Félicien-François-Joseph Mercier per la filosofia oltre alla laurea a pieni voti. Tre anni dopo cominciò il suo servizio come insegnante di teologia, successivamente di filosofia e religione all’Università cattolica di Washington DC. Vi rimase sino al 1950. Nel medesimo anno cominciò a curare una trasmissione radiofonica per l’area di New York che rappresentò una svolta decisiva nel suo apostolato. Nel 1930 cominciò a curare un programma a diffusione nazionale, The Catholic Hour (L’Ora cattolica) che portò avanti per 22 anni. Nel 1950 divenne direttore di Propaganda Fidei per gli Stati Uniti, carica che mantenne sino al 1966. Iniziò una lunga serie di viaggi in Asia, in Africa e in Oceania per interessarsi dell’evangelizzazione di popoli. L’11 giugno 1951 fu consacrato vescovo dal cardinale Adeodato Piazza a Roma. Nello stesso anno cominciò la fortunata serie televisiva Life is Worth Living (Vale la pena di vivere). La trasmissione partì dalla considerazione della necessità impellente che tutti – credenti, fedeli di altre religioni ed atei – hanno di dare un senso alla vita. Il 22 ottobre 1966, dopo aver partecipato negli anni precedenti a tutte le sessioni del Concilio Vaticano II, fu nominato vescovo della diocesi di Rochester, New York. Tre anni dopo diede le dimissioni per raggiunti limiti di età e papa Paolo VI gli conferì il titolo di Newport (Galles). Spese gli ultimi anni della sua vita nella predicazione e nella stesura di libri. Morì il 9 dicembre 1979.