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a cura di don Riccardo Pecchia
Oggi 20 ottobre la chiesa ricorda san Cornelio, era un centurione romano noto come uomo pio e timorato, che pregava ed era generoso nelle elemosine. Secondo gli Atti degli Apostoli, fu il primo fra i pagani a convertirsi al cristianesimo e la sua storia è raccontata al capitolo 10. Gli Atti degli Apostoli narrano che mentre un giorno, verso le tre del pomeriggio, pregava Dio desideroso di conoscerne la volontà, ebbe la visione di un angelo che gli disse di mandare degli uomini a Giaffa (Ioppe) per invitare nella sua casa un uomo di nome Simone detto anche Pietro, il quale l’avrebbe istruito su quanto chiedeva. Cornelio inviò allora due servitori ed un soldato alla sua ricerca. L’apostolo Pietro, che era in visita alle Chiese della Giudea, aveva nel frattempo avuto una visione simbolica che gli chiariva la volontà di Dio sull’ammissione dei Gentili (pagani) nella Chiesa. Pertanto incontrati i messi di Cornelio,
accettò l’invito e venne a Cesarea nella sua casa. Entrato, si mise a predicare il Vangelo e mentre parlava lo Spirito Santo scese su tutti i presenti, manifestandosi con il dono delle lingue. Da qui ebbe inizio l’evangelizzazione dei «gentili». Pietro ordinò in quel momento che tutti i presenti fossero battezzati. L’evento ha un’importanza fondamentale nella storia della Chiesa che si apriva così agli “incirconcisi” come ai “circoncisi”, liberandosi dell’antico formalismo e peserà nelle decisioni in seguito prese nel Concilio di Gerusalemme. A questo punto finisce la narrazione apostolica che riguarda Cornelio il centurione, tutto quanto poi si sa sul suo futuro, non ha carattere di certezza. Egli certamente soffrì per la fede in Skepsi in Misia, dove i greci lo pongono non come vescovo, come ‘prefetto’ ecclesiastico di quella città, con la sua predicazione ‘testimoniò’ unitamente ai patimenti, quel Gesù che così prodigiosamente gli si era rivelato. Le sue sofferenze inflitte da Demetrio prefetto della città, ebbero fine quando questi, veduti i miracoli operati dal centurione, anche in favore di sua moglie e del figlio, si convertì al cristianesimo e non solo lo liberò dal carcere, ma lo ricoprì di onori. Quindi Cornelio fu si incarcerato, ma poi morì in pace.
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