Metti insieme un gruppo di ragazzi e di ragazze, che hanno vissuto di recente l’approdo alla cerimonia dell’ Eucarestia, per il rito liturgico Prima comunione, celebrato nella Chiesa parrocchiale dedicata a Sant’Elia profeta. Ed ecco, confezionato un agile opuscolo, che con semplici, efficaci ed esplicativi disegni racconta la vicenda biografica e lo spirito biblico di Elia il Grande profeta; opuscolo, che è stato distribuito nel corso delle manifestazioni per la Festa votiva in onore del Santo Patrono cittadino.
Un impegno degno della massima considerazione, che i ragazzi e le ragazze hanno assolto al meglio anche con il sostegno e la collaborazione delle madri. A Jessica Gerolino, Gelsomina D’Avanzo, Kiomara Ascione, Danery, Elia Guido Minichini, Giulia Sorice, Raffaele De Matteo, Giovanna D’Avanzo si deve la bella e utile iniziativa di conoscenza. E, per capirne la valenza di significato, si propongono le parti essenziali del racconto illustrato.
LA VITA DEL PROFETA ELIA
Acab fu quello che più fece male agli occhi del Signore. Egli prese in moglie Gezabele, e a causa di lei Acab fece innalzare nella città di Samaria un tempio a Baal, un falso dio.
Per cercare di convertire il cuore del re e di tutti coloro che si erano piegati ad adorare Baal, il Signore mandò nel regno d’Israele il grande profeta Elia. Elia si presentò al re Acab egli disse:
«Io sono al servizio del Signore, Dio di Israele. A nome suo ti dico che d’ora in poi sul tuo regno non ci sarà più né rugiada ne pioggia, fino a quando lo dirò io». E così avvenne.
Elia è andato ad abitare nel deserto perché era in pericolo: il re Acab e la perfida regina Gezabele lo cercavano dovunque, da quando egli aveva annunciato la carestia in tutto il regno. Ma il Signore stesso provvedeva a procurare cibo al suo profeta: i corvi gli portavano pane al mattino e carne alla sera; egli beveva al torrente.
Dopo alcuni giorni il torrente si seccò, perché non pioveva sulla regione.
Il Signore parlò a lui e disse:
«Alzati e va’ a Zarepta di Sidòne: ecco, ho dato ordine a una vedova di quella città di darti da mangiare».
Elia andò a Zarepta. Presso la porta della città vide una vedova.
Il profeta la chiamò: «Prendimi un po’ d’acqua da bere ,e anche un pezzo di pane!».
La donna rispose: «Tutto quello ch emi resta è soltanto un pugno di farina e un po’ d’olio!»
Ma il profeta la rassicurò: «Non temere. Prepara una focaccia per me e portamela; poi ne preparerai una per te e per tuo figlio, perché il Signore ti assicura che la farina della giara non si esaurirà, e l’orcio dell’olio non si svuoterà».
E così avvenne: Elia, la vedova e suo figlio ebbero tutti da mangiare per giorni e giorni, perché olio e farina non si esaurivano mai.
Un giorno il figlio della donna si ammalò e do po’ un po’il ragazzo morì. La povera vedova cominciò a piangere e lamentarsi ma il profeta pregò il Signore e il Signore ascoltò la preghiera di Elia; l’anima del ragazzo tornò nel suo corpo, ed egli riprese a vivere.
La donna allora si rallegrò grande mente e disse ad Elia: «Ora so che tu sei davvero un uomo di Dio!».
Al comando del Signore Il profeta Elia si presentò davanti al re Acab e disse: «Tue la tua famiglia siete la rovina di Israele perché avete abbandonato il Signore per seguire quel falso dio, Baal. Ora ti dimostrerò chi è il Dio vero! Convoca il popolo sul monte Carmelo, insieme con i profeti di Baal».
Quando tutti furono radunati sul Carmelo, Elia parlò: «Non potete seguire sia il Signore sia Baal.
Vedete: io sono rimasto solo come profeta del Signore, mentre i profeti di Baal li vedete qui, son ben quattrocentocinquanta.
Ebbene, facciamo una sfida: offriamo un sacrificio, io al Signore ed essi a Baal, ma senza appiccare il fuoco. Il vero Dio sarà colui che manderà il fuoco dal cielo sul sacrificio a lui offerto. Comincino quelli di Baal, perché sono più numerosi».
I profeti di Baal eressero un altare, presero un giovenco e lo posero sopra la legna; poi si misero ad invocare il loro dio ma non accadde nulla.
Elia eresse anch‘egli un altare, vi pose la legna e il giovenco e, per rendere ancora più strabiliante quello che stava per accadere, fece versare acqua abbondante sull’altare e sulla legna.
Poi ad alta voce pregò così: «Signore, Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe: oggi tutti vedano che tu se i il Signore Dio, perché il tuo popolo ritorni a te».
Appena ebbe finito di parlare, un fuoco cadde dal cielo sull’altare eretto da Elia, e consumò il sacrificio, la legna e le pietre dell’altare. Allora tutto il popolo si prostrò a terra ed esclamò:
«Il Signore è Dio! Il Signore è Dio!».
Non pioveva da tre anni nel regno d’Israele, ma ormai quella sciagura stava per cessare perché il re e il popolo avevano riconosciuto che il Signore è l’unico, il vero Dio. Il profeta Elia si recò sul monte Carmelo, difronte al mare e si mise a pregare.
Elia si era portato un ragazzo, che aveva la vista buona. A un certo punto chiamò il ragazzo e lo mandò a scrutare il mare. «Non c’è nulla» rispose il ragazzo, dopo aver attentamente guardato. «Tornaci altre sette volte» ordinò il profeta. Il ragazzo obbedì, e la settima volta disse: «Ecco, sale dal mare una nuvoletta, grossa come una mano d’uomo». E dopo pochissimo tempo il cielo si oscurò per le nubi, si levò un forte vento e incominciò a piovere a dirotto. La siccità era terminata.
La regina Gezabele, che adora va il falso dio Baal, perseguitava Elia, profeta del Signore. Difronte alle sue minacce, il profeta fu co stretto a salvarsi con la fuga. Elia andò a sedersi sotto un ginepro e pregò così: «Ora basta, Signore; sono troppo stanco. Prendi pure la mia vita». Poi si coricò e si addormentò. Ad un tratto un angelo del Signore lo toccò e gli disse: «Alzati e mangia!»
Elia guardò, e vide presso di sé una focaccia cotta sulle pietre roventi, e un orcio d’acqua. Mangiò e bevve, e tornò a coricarsi. Poco dopo l’angelo tornò e invitò Elia a mangiare di nuovo. Gli disse: «Mangia! Devi percorrere un lungo cammino!»
Elia si alzò, mangiò e bevve. Con la forza datagli da quel cibo, camminò per quaranta giorni e quaranta notti finché giunse al monte d iDio, nel Sinai.
Elia entrò in una caverna per trascorrervi la notte, quando sentì una voce che gli diceva: «Esci e fermati sul monte: passa il Signore!» Ed ecco, il Signore passò.
Ci fu un vento impetuoso e violento, tanto da spezzare le rocce dei monti ;ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento ci fu un terremoto, ma il Signore non era là. Dopo il terremoto ci fu un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco ci fu il mormorio di un vento leggero. Come l’udì, Elia comprese: passava il Signore!
Sentì allora una voce che gli chiedeva:
«Che fai qui, Elia?»
Il profeta rispose:
«Il popolo d’Israele ha abbandonato la tua alleanza, per seguire falsi dèi. Io sono rimasto solo a parlare per te, Signore, ed ecco che vogliono togliermi la vita!»
«Io conosco coloro che mi sono rimasti fedeli» disse il Signore ad Elia. «Tu non temere; torna sui tuoi passi, nella terra d’Israele. Là troverai Eliseo, che io ho scelto come profeta dopo dite. Tu lo chiamerai elo consacrerai.»
Elia trovò Eliseo mentre questi stava arando i suoi campi. Elia gli si avvicinò egli gettò addosso il mantello. Voleva dire con ciò che gli trasmetteva il suo incarico.
Eliseo uccise un paio di buoi e con la legna dell’aratro ne fece cuocere la carne, che distribuì ad amici e parenti: così tutti seppero che per lui cominciava una nuova vita.
Mentre camminavano conversando, ecco un carro di fuoco e cavalli di fuoco si interposero fra loro due. Elia salì nel turbine verso il cielo. Eliseo guarda va e gridava:
«Padre mio, padre mio!».
E non lo vide più. Allora raccolse il mantello, che era caduto a Elia, e tornò indietro, fermandosi sulla riva del Giordano.