Ventotto anni dopo la Citroen Mehari guidata da Giancarlo Siani ha ripreso a percorrere le strade di Napoli. Con una simbolica staffetta tra personalità note per il loro impegno contro le mafie, l’evento “In viaggio con la Mehari” voluto fortemente da Paolo Siani, fratello di Giancarlo, è partito esattamente dove si era fermata l’auto, nei pressi di piazza Immacolata al Vomero. Alla cerimonia iniziale hanno preso parte il sindaco Luigi de Magistris, il presidente della Provincia, Antonio Pentangelo, il presidentedella Regione Stefano Caldoro ed altre autorità. Prima di salire a bordo della Mehari, Don Luigi Ciotti ha ricordato: «Siani più che la verità cercava la Verità. Un archeologo della verità capace di scavare in profondità che non si fermava mai in superficie e cercava di fare emergere le contraddizioni». A riaccendere i motori dell’auto del giovane cronista ucciso dalla camorra è stato lo scrittore Roberto Saviano. Giunto al liceo “Giambattista Vico”, lo scrittore ha risposto alle domande degli studenti per poi consegnare le chiavi dell’auto a Don Luigi Ciotti.«È stato bellissimo – ha confessato Saviano – molto emozionante. Ho sentito una sorta di empatia, di gratitudine anche con la famiglia di Giancarlo Siani. Per me essere qui è soprattutto un omaggio alla sua memoria e alla sua famiglia. È a loro che dedico questa giornata».La Mehari, dopo l’alternarsi alla guida di Armando D’Alterio, il pm che ottenne la condanna per esecutori e mandanti, di Alfredo Avella, a nome del coordinamento dei familiari vittime innocenti della criminalità, del giornalista Giovanni Minoli è giunta poi allasede del quotidiano “il Mattino” dove, al posto di guida, si è seduta Daniela Limoncelli, collega di Siani.