
La Corte Costituzionale ha messo la parola fine alla questione del terzo mandato per i presidenti di Regione: la legge campana che avrebbe consentito a Vincenzo De Luca di ricandidarsi per la terza volta è stata dichiarata incostituzionale. La decisione è arrivata oggi, accogliendo il ricorso presentato dal Governo guidato da Giorgia Meloni.
Secondo la Consulta, il limite dei due mandati consecutivi resta valido, sancendo così l’impossibilità per De Luca – attuale presidente della Regione Campania – di correre nuovamente alle prossime elezioni regionali. Stessa sorte anche per Luca Zaia, presidente del Veneto, che già si era espresso in favore di un cambio alla normativa nazionale ma che ora vede definitivamente chiusa la porta a un eventuale ritorno.
Il verdetto rappresenta una svolta significativa nel panorama politico regionale italiano, ribadendo la necessità di garantire alternanza e rinnovamento ai vertici delle Regioni. La Corte ha sottolineato l’importanza di una norma uniforme su tutto il territorio nazionale, evitando soluzioni legislative locali che minano l’equilibrio tra potere esecutivo e legislativo.
La legge campana, approvata lo scorso anno dal Consiglio Regionale su spinta della maggioranza che sostiene De Luca, aveva suscitato fin da subito critiche e perplessità, considerate le chiare indicazioni presenti nella legge nazionale.
Con questa sentenza, la Corte Costituzionale ristabilisce un principio di chiarezza e uniformità, che avrà impatti immediati sulle strategie politiche future sia in Campania che in Veneto, ma che potrebbe anche influenzare il dibattito su eventuali riforme dei poteri regionali a livello nazionale.