Si rinnova l’appuntamento a Nola con il Premio Ruperto, sabato 3 dicembre alle ore 17.30 presso il Museo Storico Archeologico in via Senatore Cocozza.
La manifestazione, giunta alla dodicesima edizione, nasce su iniziativa di Slow Food Agro nolano per segnalare il lavoro di quanti difendono, promuovono e arricchiscono il patrimonio agroalimentare del territorio nolano-vesuviano e della Campania.
Tra i vincitori di questa edizione Amedeo Colella, scrittore, storico, appassionato divulgatore della gastronomia e delle tradizioni partenopee e campane.
Dopo una vita da ricercatore nel campo delle telecomunicazioni, ha conosciuto il favore del pubblico negli ultimi anni come autore – con un pizzico di humour – di spassosi ‘paraustielli’, libri, spettacoli in teatro, programmi televisivi e pillole social.
Benedetto Molaro è un promettente cuoco autodidatta, cresciuto sin da giovanissimo con la passione della cucina. Comincia poco più che adolescente a lavorare ai fornelli e, dopo un’esperienza internazionale di cinque anni in ristoranti inglesi, torna a farsi notare in giro per l’Italia.
Dall’inizio di quest’anno ha realizzato il suo sogno dando vita al ristorante Issàra nel piccolo borgo di Quadrelle, un omaggio alle tradizioni enogastronomiche irpine con lo sguardo rivolto al mondo.
Peppino Pelullo, produttore biologico di grani antichi in Alta Irpinia, in prima linea per l’autodeterminazione dei contadini, la sostenibilità ambientale e la sovranità alimentare. Un lavoro incessante che lo ha portato, in particolare, alla riscoperta del grano duro Senatore Cappelli e dell’antica varietà di grano tenero Risciola, a rischio di estinzione.
Ogni anno alle tre categorie premiate – comunicatore, cuoco e produttore agricolo – si aggiunge il riconoscimento della sezione ‘Slow Life’, dedicato a organizzazioni e personalità che con la loro opera hanno affermato i principi della solidarietà e della salvaguardia ambientale, che per il 2022 va alla Cooperativa sociale Lazzarelle, la torrefazione di caffè artigianale sorta all’interno del Carcere femminile di Pozzuoli. Un’esperienza tutta al femminile che rappresenta un’importante opportunità di crescita individuale e di affermazione della propria identità, capace di oltrepassare gli stereotipi e le barriere di un istituto penitenziario.
Menzione speciale a Pasquale Pesce, maestro pasticcere che porta avanti con orgoglio la tradizione dell’antica Pasticceria Pesce, fondata ad Avella nel 1896. Un talento che si tramanda di padre in figlio da quattro generazioni, arricchito dal legame straordinario e dalla continua rielaborazione dei prodotti della propria terra.
La manifestazione prende il nome da Ruperto, cuoco delle case nobili nolane all’inizio del Cinquecento, coevo del poeta Luigi Tansillo e vissuto qualche anno prima della nascita di Giordano Bruno. Ruperto è chiamato a Napoli nella prestigiosa corte di re Ferdinando I d’Aragona e diventa l’autore di uno dei primi libri di cucina della storia. Il suo ‘Libro de guisados’ è una eccezionale raccolta di ricette che ci guida attraverso gli ingredienti e i sapori alla scoperta della cucina rinascimentale. Misteriosamente tramandato fino ai giorni nostri, il testo nel 2007 è stato tradotto in italiano contemporaneo e riedito a cura di Antonella Laudisi per le edizioni ‘Il Laboratorio’.
Dopo i saluti iniziali di Carlo Buonauro, sindaco di Nola, Vincenzo Martone, assessore ai Beni culturali, Felice Scotti, presidente della Fondazione Hyria Novla, Giuseppe Bianco, presidente della Pro Loco, insieme ai premiati prendono parte all’evento Angelo Lo Conte, presidente di Slow Food Campania, Raffaele Roberto, fiduciario di Slow Food Agro nolano, Gianluca Napolitano e Angelo Petillo, responsabili della giuria del Premio.
Ad arricchire l’appuntamento i simboli scelti per il Premio: le statuine raffiguranti il Vesuvio e il sole della Campania Felix, ideate dallo scultore e pittore Lello Esposito, noto a livello internazionale per il suo apprezzato lavoro artistico sulla rielaborazione dell’immaginario culturale.