NAPOLI Un boccone dietro l’altro del suo piatto preferito, la mozzarella, mangiata con voracità. Patrizio Castiglia, 5 anni a luglio, se n’è andato così, soffocato da un pezzetto del latticino, andato di traverso mentre si trovava a scuola, alla materna Sabatino Minucci, al 61 di via Bernardo Cavallino. La tragedia sotto gli occhi in lacrime degli amichetti, delle docenti che hanno tentato tutte le manovre per salvare il piccolo Patrizio. Paffutello, solare, moro con gli occhi color nocciola e le sue ciglia lunghissime e nere, per il bimbo a scuola l’ora di pranzo era il momento preferito.
Lo è stato anche ieri quando all’asilo è andato mal volentieri dicendo alla mamma Valeria di avere mal di testa, una scusa per restare a casa con il fratellino nato da poco. Ma la mamma ha insistito. Il menù del martedì prevedeva pasta al sugo e mozzarella. L’ora della refezione tra le 12 e 30 e l’una. In questo caso il pasto è arrivato puntuale. Nelle aule coloratissime della scuola dell’infanzia, mangiare è un vero e proprio rito. Tutti i bimbi tirano fuori piatti, il bicchiere, le posatine e il bavaglio per evitare di sporcarsi. Patrizio ha fatto così anche lui, ha allungato il piatto alla refezionista per avere la sua parte, prima la pasta e poi la mozzarella. Un tempo arrivavano le ciliegine di fior di latte, poi la legge è cambiata ed ora portano la mozzarella intera, la tagliano, tre fette in pezzetti piccoli e la danno ai bambini. Il dramma si sarebbe consumato al secondo boccone, solo l’autopsia lo potrà accertare. Patrizio ha preso un pezzo più grande degli altri. Prima qualche colpo di tosse, poi è diventato tutto rosso, aveva la bocca aperta e cercava di sputare senza riuscirsi. La maestra è intervenuta subito ed anche la refezionista.
Gli avrebbe dato un colpo sulle spalle, poi le ha messo le dita in bocca, lo ha abbracciato con forza per fargli uscire la mozzarella, lo ha messo a testa in giù e infine lo ha steso sul fianco. Nulla da fare. Patrizio era sempre più cianotico. La richiesta di soccorso è partita poco dopo l’una, una chiamata al 118, tre minuti per fornire l’indirizzo. Poi non vedendo l’ambulanza alcune bidelle sono andate alla farmacia di fronte a chiedere aiuto. Infine, sono intervenuti due negozianti, Gianni titolare di una piccola pizzeria e Antonio gestore di una cartoleria. Insieme, con l’aiuto di una donna di nome Giuseppina, hanno caricato il piccolo in auto. Fino al Cardarelli dove Patrizio è giunto cianotico e senza il battito cardiaco, il decesso alle 14. Nessuna manovra poteva aiutarlo.