Matteo Renzi l‘ex “rottamatore” ormai sta bruciando le tappe e sta cavalcando a grandi falcate verso la segreteria del Pd a meno che non ci siano grandi sorprese. Renzi insiste anche nel suo documento congressuale di voler “cambiare verso”. Stesso concetto ribadito alla Leopolda, ex stazione ferroviaria fiorentina,eletta a casa dei renziani. Infatti il probabile prossimo inquilino di via del Nazareno ha detto “la sinistra che non cambia si chiama destra”. Ora però devi dire in che verso vuoi cambiare ,dietro queste frasi da bacio perugina, qual’è la tua idea di partito e di governo per il paese e come intendi ricostruire il partito non facendo allontanare gli iscritti e cosa pensi veramente del governo di larghe intese. Alle scorse primarie il sindaco di Firenze ha fatto della “rottamazione” della vecchia classe dirigente il suo grido di battaglia. Renzi ha criticato i fallimenti e gli errori politici della “vecchi”dirigenti come ad esempio la famosa telefonata di Fassino che dice “abbiamo una banca”, ha accusato (anche giustamente) la classe dirigente bersaniana del fallimento elettorale del 24 e 25 febbraio. Il “rottamatore” ora viene sostenuto anche da molti che appartenevano a quella classe dirigente e lui e ben felice di essere sostenuto ;un esempio è la presenza di Fassino alla Leopolda.Un altro strano particolare della convention renziana è la mancanza di simboli del PD. Al posto del simbolo del partito sul palco c’erano una bicicletta di Gino Bartali e una Vespa 125 della Piaggio simboli del boom economico degli anni 60. Per questo è stato accusato di voler essere l’uomo solo al comando senza sentire l’appartenenza al partito. Matteo Renzi ha risposto a queste accuse in questo modo “Non è un’iniziativa del Pd, è un’iniziativa che parla anche ad altri mondi”, Lui vuole diventare Il “Barack obama” del Pd con le sue comparsate ad Amici, i suoi servizi su “Chi” vestito da Fonzie e il suo giovanilismo fine a se stesso. Questo suo giovanilismo non è altro che un trucco per mascherare chi lo sostiene: i vari Nicola La Torre, il già citato Piero Fassino il finanziere Davide Serra e tanti.altri. Renzi vuole solo cambiare gli uomini alla guida del partito per sostituirli con i suoi fedelissimi, vuole rottamare le correnti in modo che solo la sua occupi i posti chiave nel partito. Inoltre è contro il finanziamento pubblico ai partiti quindi lui vuole un Pd estemporaneo dove la fanno da padrone i signor delle tessere, cioè quelli che hanno un patrimonio cospicuo per potersi comprare i voti ai congressi,vuole un popolo di fan che essi muovono quando lui si muove, vuole piacere ai delusi di Pdl e 5 stelle disintegrando il concetto stesso di partito. Perchè un partito deve avere dietro le spalle presupposti culturali forti non può snaturarsi in nome di una preoccupante deriva plebiscitaria. Il Pd come afferma Gianni Cuperlo, sfidante di Renzi per la segreteria, “non è nato per correggere la punteggiatura nella sintassi della destra”. Il Pd con Renzi, cane pastore, diventerà un recinto dove lui farà entrare le pecore anche quelle più nere per rendere il suo partito più “cool”. Questo il nuovo che avanza, quello che sta “con Marchionne senza se e senza ma”?, “la destra che non cambia si chiama Renzi”. (Maurizo Sorice)