Antonio Fusco
La chiesa parrocchiale di Venezia[1] dedicata a San Felice da Nola– sita nel sestiere di Cannaregio- secondo gli storici dell’arte fu voluta nel 960 dalla famiglia patrizia Gallina, [2] sebbene la sua esistenza sia testimoniata per la prima volta in un documento risalente al 1177. Una prima modifica del suo impianto architettonico si ebbe nella seconda metà del XIII secolo, quando il 15 luglio del 1267 fu riconsacrata da Leonardo vescovo di Jesolo e da Fra Marino vescovo di Caorle, ed intitolata alla Vergine Maria e a San Felice da Nola il Confessore.
A causa delle sue critiche strutture statiche fu completamente ricostruita nel 1531, secondo stilemi rinascimentali. Allora se ne cambiò l’orientamento e si preferì una pianta a croce greca con grande cupola centrale. La chiesa presenta due prospetti; quello principale è tripartito da lesene con capitelli di stile corinzio.
Vittima delle spoliazioni napoleoniche, presenta altari dell’Ottocento. Tra i pochi dipinti più antichi ancora conservati si conta quello che raffigura il nostro Santo, opera di Domenico Crespi, (1559 – 1638), detto il Passignano dal suo paese natale.
L’opera si inquadra perfettamente nel cromatismo della pittura veneziana del Rinascimento, quali il prezioso blu oltremare e il rosso tizianesco, ma inaspettatamente offre alla vista un fondo d’oro, seguendo reminiscenze arcaicizzanti di stampo bizantino. In primo piano figurano due scuri prelati che fanno quasi da ribalta e da contrasto al vivo cromatismo delle immagini di Cristo benedicente e di San Felice. Il Santo si mantiene in dialogo con la figura del Redentore benedicente attraverso l’intenso sguardo adoratore e la forte policromia. Le due figure lasciano lo spazio all’oro, attributo del divino, che le incornicia. L’estrema vicinanza del capo del Redentore all’apice del quadro ne accentua la visione a sottinsù e la verticalità prospettica tanto cara al Rinascimento.
Sebbene la Chiesa commemori solennemente San Felice di Nola, nel giorno 14 di gennaio, la parrocchia veneziana celebra la di lui festa nell’ultimo giorno di agosto, quando sarebbe nato. Ignota è totalmente la cagione, per la quale sia stata stabilita quella data come giorno natalizio del Santo, non solo dalla chiesa, di cui è titolare, ma da tutto il clero veneziano.
[1] Abbiamo già informato i lettori sulla presenza nel Veneto di una chiesa dedicata a San Felice il Confessore di Nola nella cittadina di Trichiana in provincia di Belluno (cfr. Bassairpinia 27/10/2018, il Cazziblog 01/ 11/, 2018).
[2] Gallina potrebbe essere un vezzeggiativo derivato dal nomen latino Galla. Si ricorda, in proposito, Aelia Galla Placidia, figlia dell’imperatore Teodosio Il cognome è maggiormente diffuso in Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli e varie ramificazioni sono presenti in Emilia, Umbria, Lazio, Campania, Calabria, Sicilia.
Abbiamo già informato i lettori sulla presenza nel Veneto di una chiesa dedicata a San Felice il Confessore di Nola nella cittadina di Trichiana in provincia di Belluno (cfr. Bassairpinia 27/10/2018, il Cazziblog 01/ 11/, 2018).
[1] Gallina potrebbe essere un vezzeggiativo derivato dal nomen latino Galla. Si ricorda, in proposito, Aelia Galla Placidia, figlia dell’imperatore Teodosio Il cognome è maggiormente diffuso in Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli e varie ramificazioni sono presenti in Emilia, Umbria, Lazio, Campania, Calabria, Sicilia.