Ogni anno, nella settimana successiva a San Martino, il produttore vitivinicolo vesuviano Michele Romano di Ottaviano organizza l’antica festa della Trafeca per i suoi conferitori d’uva, una mega tavolata con piatti e canti della tradizione locale.
La Trafeca risale ai tempi del Medio Evo quando gli osti, qui detti cantinieri, portavano con se i migliori clienti della propria taverna (osteria) in giro per cantine a scegliere il vino nuovo, il travaso dalle botti del produttore in quelle degli acquirenti è detto “trafeca”, le botti erano rigorosamente di castagno, mi raccontano i conferitori d’uva di Michele che le più utilizzate erano il carrato da 550 lt. circa, ‘a meza bott’ da 320 lt. ed il tino da 150 lt. Se l’annata non era delle migliori il vignaiolo utilizzava l’inganno del finocchio, ovvero ne offriva qualche fetta agli acquirenti prima di far loro assaggiare il vino, in modo da infinocchiare le loro papille gustative.
Scelto il vino da comprare, il cantiniere offiva un ricco pranzo ai suoi ospiti, per festeggiare la nuova annata che avrebbero cominciato a servire sulle tavole in occasione del Natale. Alla Trafeca prendevano parte anche i mediatori che si recavano nella zona vesuviana in quanto nel passato qui si produceva vino in grandi quantità, nel famoso Castello Mediceo di Ottaviano nel 1500 i Medici erano tra i principali produttori di vino in Italia e già all’epoca utilizzavano molte tecniche avanzate, come quella del cappello sommerso delle vinacce, in zona detto dell’ Ammegliamento.
Il fiorente commercio del vino attirava un grande via vai di mediatori, commercianti e cantinieri, che qui si approvvigionavano anche di olio d’oliva proveniente dalla Puglia dai cosiddetti uogliarar’, di ortaggi e verdure, di conseguenza si sviluppò anche un’ampia presenza di Taverne dove andare a mangiare i piatti della tradizione vesuviana, che comprendono sia prodotti della terra che del mare pur essendo in piena campagna, data la vicinanza dei porti di Torre Annunziata e di Torre del Greco.
Sulla megatavolata della Trafeca di Michele Romano impera il Lacryma Chrysti rosso e bianco abbinati ad un menù tradizionale con piatti di mare e di terra preparati dal catering Antignani di Pomigliano d’Arco.
La celebrazione della Trafeca nella cantina di Michele Romano si terra oggi 23 novembre ed è molto sentita sia dal padrone di casa che dai partecipanti, ogni anno sempre più numerosi, almeno un centinaio di persone che raccontano come sia andata l’annata, i più anziani evocano gli usi ed i costumi dei loro tempi, quando la campagna scandiva ogni momento del vivere quotidiano.
‘A zupp’ ‘e suffritt’, antico piatto povero realizzato con cuore, polmone e fegato di vitello, cotica di maiale, passata di pomodoro, peperoncino piccante ed alloro fresco. Eccellente questa realizzata da Antignani.
Alla tavolata prendono parte tutte le figure legate alla produzione vitivinicola ed all’attività delle Strade del Vino del Vesuvio
Baccalà fritto con papacelle vesuviane.
Purpetiell’ affugat’ con olive e capperi, deliziosi.
I gamberi rossi fritti.
La grande frittura di pesce, gamberi rossi, calamari, merluzzetti e triglie.
In una festa tradizionale come questa non può mancare la canzone classica napoletana, momento di grande allegria e divertimento.