“A Somma arriva l’arte scultorea di Mockici Otsuka, scultore internazionale affermato che unisce tradizione poetica orientale e tradizione plastica occidentale. In esposizione alla Sala del Cenacolo anche altri artisti affermatissimi come Maurizio Gabbana. I suoi modelli di riferimenti appartengono in gran parte al mondo della pittura, con lunghi studi sulle tecniche di rappresentazione della luce di artisti come Caravaggio e Rembrandt”. Così Maria Vitolo, curatrice mostra Summa Vesuvius.
In questo caso sono foto artistiche. Le foto di Gabbana sono un eterno presente estatico, una celebrazione della fotografia come istinto puro, non motivato da nulla se non dal piacere del guardare, dello stupirsi con una capriola che fa vedere il mondo al contrario. Poi abbiamo Matteo Bosi, Omar Galliani, Massimiliano Galliani, Franco Mulas.
Tutto questo è “Summa Vesuvius”. L’arte ci da emozione, forza, coraggio. Tutto è arte, anche la natura stessa è arte. Una persona che crede nell’Assoluto non è distante dall’arte e per me è Dio il più grande artista.
“Tutti da Monne a Kandisky si rifanno sempre verso l’Assoluto”– continua la d.ssa Vitolo. “In esposizione abbiamo artisti come Gabriella Di Bona che è arte figurativa o ancora Giuseppe Bedeschi che è arte astratta, leggermente figurativa e sono tutti artisti contemporanei, non moderni. Ed ancora abbiamo anche in esposizione Roberto Della Noce e Maurizio Visconti. Questi artisti raccontano il loro rapporto con il patrimonio ambientale ma allo stesso tempo narrano dall’esterno anche la loro visione del rapporto tra questo territorio e il Vulcano. Noi siamo sangue, lava, fuoco ed acqua. Questi elementi vengono raccontati da dipinti, sculture, foto”.
Ritornare a socializzare attraverso la cultura del bello!
“Cultura deriva dal latino colere che significa coltivare, abitare, onorare, venerare, osservare – ha affermato Rosalinda Perna, Assessore alla Cultura del Comune di Somma Vesuviana – ed è l’impronta che vogliamo dare a questo inizio della nuova socialità: coltivare il bello, coltivare la conoscenza, coltivare il sapere e dobbiamo farlo rendendo il sapere accessibile a tutti. Dobbiamo di nuovo abituare le persone alla cultura del sapere, alla cultura del bello e al bello della cultura”
Redazione