a cura del dott. Stefano Scafuri
L’ipercolesterolemia (il disordine causato dall’aumento del colesterolo nel sangue oltre i 240 mg/dl), è aumentata negli ultimi 10 anni in entrambi i sessi: oggi interessa il 38% degli italiani contro il 24% del periodo 1998-2002. Si tratta dei dati presentati quest’anno dell’Osservatorio epidemiologico cardiovascolare Iss-Anmco (Istituto superiore di sanità-Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri) /Health Examination Survey.
Se tra i fattori che possono controllare l’ipercolesterolemia il ruolo più importante spetta alla dieta, non vanno sottovalutati l’apporto di un corretto stile di vita e la pratica di una corretta attività fisica. Il colesterolo è una molecola organica appartenente alla famiglia dei lipidi che svolge importanti funzioni biologiche all’interno dell’organismo, costituendo uno dei componenti principali delle membrane cellulari e il precursore di vitamina D, ormoni steroidei e sali biliari.
Tuttavia, il colesterolo non è tutto uguale. Non essendo libero di circolare nel sangue, si lega ad alcune proteine con densità differente formando dei complessi che si distinguono in: colesterolo ‘LDL’, cosiddetto “cattivo”, poiché presenta un’elevata affinità per le pareti delle arterie aumentando il rischio di formazione di placca ateromatosa e di conseguente aterosclerosi e di malattie cardiovascolari; e colesterolo ‘HDL’, quello “buono”, che non provoca alcun danno alle arterie ma, anzi, rimuove il colesterolo dalle pareti dei vasi per trasportarlo al fegato dove verrà metabolizzato.
L’aumento della colesterolemia non è prerogativa solo dell’adulto, ma può verificarsi, soprattutto per motivi genetici, anche nel bambino (la cosiddetta ipercolesterolemia familiare, che conta un caso ogni 500 abitanti). La dieta di impronta mediterranea è in grado di incidere positivamente sui livelli di colesterolo nel sangue e rappresenta un’arma efficace per difendersi dall’ipercolesterolemia.
Tant’è che la correzione dello stile alimentare coadiuvato da una buona attività fisica, nelle forme lievi, può rappresentare la sola terapia, ma anche in associazione con una terapia farmacologica può potenziare l’efficacia dei farmaci ipocolesterolemizzanti e permettere di ridurre la posologia e gli eventuali effetti collaterali.
Il colesterolo è presente solo negli alimenti di origine animale e questo induce molte persone affette da tale problema a ridurre tale quota di grassi.
Sul punto è necessario fare delle precisazioni. Sono da evitare burro, lardo, strutto preferendo oli vegetali polinsaturi o monoinsaturi come l’olio extravergine di oliva o di semi (soia, girasole, mais, arachidi) ma il pesce, per la particolare composizione del suo grasso, può essere consumato anche da chi ha problemi di colesterolo anzi, un consumo di almeno 2-3 volte alla settimana, fatta eccezione per i molluschi e crostacei da limitare a una – è addirittura consigliato, con preferenza per i pesci cotti alla griglia, al cartoccio, al vapore e evitando il più possibile le fritture.
Le uova – in passato “demonizzate” per un loro eventuale collegamento con l’istaurarsi di ipercolesterolemia – contengono una quota di grassi saturi molto minore rispetto alle carni e ai prodotti latteo-caseari e una review di più di 25 studi pubblicata sul «Journal of the American College of Nutrition» mostra che un uovo al giorno, nell’individuo sano e nell’ambito di una dieta equilibrata, provoca un leggero aumento sia della frazione LDL che di quella HDL, incidendo in minima parte sul rapporto LDL/HDL, che quindi non è associato all’incremento di rischio cardiovascolare.
La carne, sia rossa che bianca, può fare parte della dieta, ma deve provenire da un taglio magro e privato del grasso visibile.
È altresì utile aumentare la quota di fibra vegetale, in quanto riduce l’assorbimento intestinale del colesterolo e quindi nei menù va riservato un posto d’onore ai legumi e alle verdure; il pane sarà preferibilmente integrale, cosi come pasta e riso.
Come sempre quando parliamo di alimenti, la preparazione degli stessi ha un ruolo fondamentale ed ecco che bisogna preferire come metodi di cottura la bollitura, il vapore, le microonde o la grigliatura piuttosto che la frittura o la cottura in padella.
Infine, è bene non escludere nessun alimento in particolare. Piuttosto è auspicabile variare in continuazione e condurre uno stile di vita sano. È sempre la dose che fa il veleno.