- a cura di Federica Guerriero
Si può raccontare il mondo del caffè espresso napoletano attraverso i colori? Caffè Borbone pensa di sì, ecco perchè ha affidato questo compito all’estro creativo allo street artist anti-odio, Pier Paolo Spinazzè, in arte CIBO.
A partire da ottobre l’artista racconterà i valori del caffè e delle altre eccellenze gastronomiche napoletane attraverso la street art, nella sua originale e lodevole modalità. Pier Paolo Spinazzè, l’artista, sempre armato di bomboletta spray, che si aggira per le strade d’Italia coprendo i simboli d’odio che compaiono sui muri sostituendoli con disegni pregni di colore, leggerezza e ironia, grazie ad un’operazione di solidarietà finanziata da Caffè Borbone e supportata dal comune di Napoli, colorerà la città partenopea. Questa non è l’unica novità che riguarda l’eclettico artista, infatti, tra pochi giorni, Pier Paolo Spinazzè racconterà i valori del caffè con un’opera unica, questa volta un po’ insolita. Non sarà una parete a fare da cornice ai colorati murales dello street artist CIBO ma la carrozzeria dello storico tram 1 di Napoli e che oggi vede una nuova luce grazie al ripristino dell’antica tratta tranviaria.
L’iniziativa, con la collaborazione dell’Assessorato alla Creatività Urbana del Comune di Napoli, prevede la realizzazione di opere anti-odio dello Street Artist CIBO su varie superfici cittadine. L’artista, inoltre, si confronterà con il Tavolo della Creatività Urbana del Comune di Napoli e l’Assessore al ramo Luigi Felaco, al fine di portare avanti questa encomiabile attività di sensibilizzazione contro ogni forma di violenza.
Da oltre dieci anni Pier Paolo Spinazzè lavora e disegna sotto la tag di CIBO, la sua firma più nota, sinonimo ormai dell’eccellenza artistica italiana e di un impegno sociale che, attraverso l’arte, ha come obiettivo restituire qualcosa alla comunità trasformando i messaggi d’odio, che spesso purtroppo deturpano i muri delle nostre bellissime città, in appetitose opere d’arte. Cancellare messaggi d’odio ha sempre fatto parte del percorso artistico di Pier Paolo, ma è solo nel 2008 che l’artista comprende la potenza comunicativa del non cancellare semplicemente l’odio ma trasformarlo in messaggi positivi e di speranza, attraverso un’arte ricca di simbolismi.
Perché hai scelto il “cibo” come antidoto all’odio? “Perché in fondo il cibo siamo noi, la nostra tradizione e la nostra storia.” risponde lo street artist “Per noi italiani il cibo è qualcosa di sacro. A cena guardiamo programmi di cucina e allo stesso tempo parliamo di cosa mangeremo il giorno dopo. Il cibo, in particolare il caffè, rappresenta anche il principale momento di unione e di condivisione e si presta benissimo a simbolismi e metafore. Per esempio, la cucina come la conosciamo oggi non esisterebbe se non fosse per i flussi migratori che si sono susseguiti nelle ere e molti degli ingredienti che consideriamo sinonimo d’italianità in realtà italiani non sono neanche un po’. Pensiamo a una caprese: pomodoro, mozzarella, basilico e un filo d’olio. Non solo ha i colori della bandiera italiana ma è diventata il simbolo dell’italianità in tutto il mondo, al pari della pizza. Bene, il pomodoro è originario della Colombia, il basilico dell’India, la mozzarella dell’Italia e l’olio della Siria.”/span>