- a cura di Massimo Antonino Cascone (credit foto Cantine Ferrari)
Iniziata lunedì 17 agosto, con un anticipo di circa 9 giorni rispetto allo scorso anno, la vendemmia 2020 nei vigneti Ferrari.
“Il 2020 si presenta come un’annata dalle ottime potenzialità. Se l’andamento climatico dei primi sei mesi ha anticipato la crescita vegetativa della vite, il mese di luglio ha invece differenziato la maturazione dello Chardonnay a seconda dell’altitudine, facendo prevedere una vendemmia ben distribuita nel tempo”: questa la sintesi dell’annata da parte di Marcello Lunelli, vice Presidente e Responsabile Tecnico delle Cantine Ferrari, che come ogni anno si appresta a coordinare gli agronomi ed enologi Ferrari per ottenere il meglio anche dal raccolto 2020.
Si tratta di un’annata caratterizzata da temperature miti, che hanno portato ad una crescita più veloce rispetto all’anno precedente grazie al meteo stabile e caldo in particolare nel mese di aprile, generando un anticipo di circa 15 giorni sia per lo Chardonnay che per il Pinot Nero. Le precipitazioni di maggio e giugno, anche se concentrate in intervalli brevi, hanno consentito un ottimo accumulo di acqua nei terreni, che ha permesso di evitare qualsiasi livello di stress idrico dei vigneti.
Il clima si è successivamente allineato alle medie stagionali, portando così a decidere di iniziare la vendemmia in questa data, cominciando dai vigneti di Chardonnay più a bassa quota per poi salire, in un mese circa, alle vigne più alte, sia di Chardonnay che di Pinot Nero.
Come sempre la raccolta avverrà unicamente in modo manuale, preservando il grappolo e soprattutto permettendo un’ulteriore selezione delle uve sotto l’attento controllo degli agronomi Ferrari, che hanno lavorato tutto l’anno per mantenere la sanità delle piante con metodi sostenibili. L’attività in campagna è infatti proseguita anche nel periodo del lockdown, seppur con modalità riviste al fine di tutelare al massimo la salute dei lavoratori. Anche per la vendemmia sono state previste misure ad hoc di prevenzione del Covid-19, quali la sanificazione quotidiana di mezzi agricoli, strumenti e ambienti di lavoro, e un’organizzazione di squadre e trasporti volta a garantire il distanziamento sociale.
La viticoltura di montagna, con le sue caratteristiche escursioni termiche tra il giorno e la notte, unita al lavoro in vigna con metodi rispettosi dell’ambiente e della salute dei lavoratori, ha quindi permesso di ottenere piante in ottimo stato vegetativo, che hanno prodotto uve perfettamente sane e di grande complessità aromatica, che gli enologi Ferrari sapranno trasformare in bollicine Trentodoc eleganti e longeve.
Chi è Massimo Antonino Cascone
Napoletano, Laureato in Giurisprudenza, è practicing environmental journalist, termine di lingua inglese che definisce l’indirizzo verso tematiche legate alla natura, a questioni ambientali, cambiamenti climatici, innovazione, energia, mobilità sostenibile, oltre che appassionato di turismo enogastronomico, storia e cultura degli alimenti, grazie ai numerosi viaggi in giro per il mondo. Ama raccontare le best practice di aziende della greeneconomy, forte delle competenze acquisite nello Studio Legale di famiglia, da decenni punto di riferimento nazionale per questioni di Diritto del Lavoro, Sicurezza Lavoro, Relazioni Sindacali, Gestione Personale e Diritto Vitivinicolo. Fa parte anche della Redazione di PANDORA TV e collabora come freelance anche per altre testate giornalistiche registrate a pubblicazione quotidiana.