- a cura di Carmen Guerriero
Si è concluso in dolcezza il quarto ed ultimo appuntamento in programma del progetto Tipicamente Rieti, ideato dalla Camera di Commercio di Rieti in collaborazione con l’Azienda Speciale Centro Italia Rieti, cofinanziato da Unioncamere Lazio che ha coinvolto, da Nord a Sud, circa cinquanta giornalisti e blogger di tutta Italia con show cooking virtuali e finalizzato a mettere in luce le eccellenze del territorio reatino
Nello show cooking di ieri, Lunedi scorso 23 Novembre in collegamento e diretta via Zoom sulla pagina della Camera di Commercio di Rieti, giornalisti e blogger di tutta Italia, dopo aver ricevuto il kit di prodotti per realizzare il dolce, si sono incontrati virtualmente ai fornelli per la realizzazione del Castagnaccio, un dolce tradizionale delle case del Cicolano e dell’Alta Valle del Velino che nasce come piatto “povero” delle zone appenniniche dove le castagne erano alla base dell’alimentazione delle popolazioni contadine, tipico dei comprensori del Cicolano e dell’Antrodocano, in cui troviamo rispettivamente la castagna “rossa” del Cicolano e il marrone di Antrodoco.
Anticamente, la farina era ricavata dalla macina delle castagne poste in un arate, una specie di griglia di frasche del castagno, messo sul cammino ad essiccare.
Ancora oggi, nelle zone del reatino, la castanicoltura da frutto rappresenta una fonte di reddito, oltre al ruolo importante di salvaguardia ambientale ed ecologica, per l’utilizzo della castagna non solo nei dolci, ma in tante pietanze tipiche, come zuppe con i legumi o, anche, il baccalà “tipo vicentina”, cotto nel latte insieme alle castagne, secondo un’apprezzata ricetta degli anni ’70 di uno chef originario di Antrodoco.
La ricetta del castagnaccio è stata tramandata oralmente, ma ci sono molte versioni che prevedono ingredienti diversi a seconda della disponibilità dei prodotti locali, come l’impiego di uva passa e noci, in luogo dei pinoli (che troviamo invece nel castagnaccio toscano), non presenti nella zona del reatino. L’uva passa invece veniva fatta con l’uva essiccata in casa, le noci sono frutti dei boschi intorno alle Riserve Naturali della provincia di Rieti
L’uso del mistrà, liquore usato per aromatizzare il dolce, è legato ad una tradizione artigianale nella zona di Antrodoco, dove negli anni ’30 nacquero delle liquorerie utilizzando le erbe montane della zona. Anche nel dolce è previsto l’impiego di un prodotto simbolo dell’intera provincia, l’olio extra vergine di oliva Sabina Dop dell’azienda Petrucci.
Nella brochure allegata, la ricetta originale con la storia e le curiosità.
LA RICETTA
Ingredienti:
500 gr di farina di castagne
150 gr di zucchero
4 cucchiai di olio d’oliva
1 pizzico di sale
150 gr di uva passa
120 gr di gherigli di noce
1 bicchiere di mistrà
Procedimento:
- Mettere ad ammorbidire l’uvetta in poca acqua leggermente calda, strizzarla e tenerla da parte
- Mettere in una terrina la farina di castagne, poi aggiungere lo zucchero e un pizzico di sale. Mescolare tutti gli ingredienti per amalgamarli bene
- Aggiungere lentamente circa 750 cl di acqua, un bicchierino di mistrà, 75 cl. di olio (mezzo bicchiere) e continuare a mescolare per far amalgamare bene tutto, che deve rimanere comunque morbido e cremoso, senza grumi
- Aggiungere l’uva passa e le noci spezzettate
- Versare l’impasto in una teglia unta d’olio, e spruzzare il rimanente olio sulla superficie del dolce, perché serve per non farlo spaccare, quindi si bagna bene tutta la superficie con l’olio a disposizione
- Decorare con gherigli di noce e rosmarino
- Mettere in forno già caldo, a 200°, per circa 50 minuti. Quando la superficie inizia a fare delle piccole crepe, è pronto.
Ecco il mio Castagnaccio…buonissimo e profumato, una vera delizia!