«Hamburger di carne», dice il menu, senza specificare altro. Lo preparano con costate che, ad occhio, potrebbero essere di manzo. L’esame visivo è l’unico possibile: non c’è nessuna etichetta. Vengono stipate in congelatori sporchi, scongelate e ricongelate decine di volte, lavorate su taglieri di legno che restano impregnati di sporco, grasso e sangue. L’odore è nauseabondo, ma la carne viene cotta e speziata fino a quando riconoscerne il sapore diventa un’impresa. È il cibo etnico che spopola tra le comunità africane di Napoli, porzioni di veleno a prezzo popolare distribuite per una manciata di euro agli ultimi tra gli ultimi. In questi giorni la Polizia Locale ha sequestrato 4 attività, tutte nella zona del Vasto: i pasti venivano preparati in locali fatiscenti, con ingredienti scadenti e cibo andato a male. L’ultimo blitz venerdì, sera, in piazza Principe Umberto: l’attività, un market gestito da immigrati, è stata sequestrata.