- Andrea Siniscalchi
La tradizionale zuppa di cozze del giovedi Santo resiste anche ai tempi del Coronavirus.
A zupp ‘e cozzeche è, infatti, un must napoletano della sera del Giovedì Santo, simbolo, nella tradizione popolare dell’ultima cena di Gesù Cristo prima della “Passione”.
Da via Foria, sede dello storico locale de ‘A figlia d’’o Marenaro la diretta live social la titolare, l’imprenditrice Assunta Pacifico, insieme al figlio Giuseppe Scicchitano, oggi gestore del ristorante “Innovative”, raccontando come fare la tradizionale zuppa di cozze, quella che ha sempre un gran successo nel suo ristorante (tra i primi a chiudere per scelta a causa della pandemia), anche introducendo qualche “innovazione”.
Ed eccola servita: cozze, polipo, maruzzielli, vongole, fasolare, abbracciano la fresella leggermente inumidita (con un soffione che irrora il piatto), condita con la giusta dose de ‘o russ (un particolare olio di peperoncino piccante). In più, tocco originale ed identitario, c’è anche il tarallo ‘nzogna e pepe.
Da secoli, questa è la pietanza tipica, consumata dopo aver terminato i Sepolcri, della cucina napoletana: è un piatto che coniuga semplicità e ricercatezza, difficile da replicare per la grande freschezza dei suoi ingredienti e i dosaggi. L’unicità della zuppa di cozze ideata da Assunta Pacifico è nascosta nelle ricette segrete di famiglia ma non solo: dalla fresella all’olio piccante, entrambi “homemade”, c’è attenzione nel selezionare solo materie prime garantite, fresche di giornata e biologiche. E poi, il polpo è quello verace, calloso, cotto sapientemente “inta ‘llacqua soja”.
PREMI E RICONOSCIMENTI
70 Best Restaurant with Pizzeria in the World 2018
San Gennaro Day 2018
Riconoscimento “Alta qualità” per la zuppa di cozze dall’Università Federico II di Napoli